CENNI STORICI
«Venne edificato nell’840 dal conte Orso che tenne la contea di Conza dall’822 all’849, quando fu trucidato in una imboscata da una banda di mercenari saraceni. Egli sposò una delle figlie del duca Sicone (†833) e, quindi, era cognato di Siconolfo e del principe di Benevento Sicardo (†839). Quest’ultimo mirava ad instaurare un forte potere centrale per dare a tutta la Longobardia meridionale l’assetto politico di uno stato forte ed omogeneo; fu ucciso durante una battuta di caccia a Lavello da un suo tesoriere, Radelchi. Ne seguì un periodo di torbide rivalità fra i duchi longobardi e fra tutti emersero, quali pretendenti alla successione, il conte Adelchi e Radelchi. Quest’ultimo, dopo un’aspra lotta, uccise Adelchi, mentre il conte Orso di Conza ed il conte Radelmado, presero le parti di Siconolfo e lo proclamarono loro signore. Dopo altre vicende fra i due intervenne l’imperatore Ludovico II che impose loro la pace nell’anno 849. Il conte Orso, per rendere più sicuri i confini del Gastaldato e per proteggere quel luogo che da sempre era soggetto a facili scorribande da parte di varie soldataglie e pericolosi fuoriusciti, costruì nell'840 il turrito castello, sopra un contrafforte Ughelli e Giustiniani. Il castello rimaneva ad un miglio è più dalla confluenza del Tanagro con il Sele e per questo era strategicamente collocato in una posizione predominane sia sulla piana del Sele che sulla sottostante piazza centrale del paese. La successiva separazione dal Ducato di Benevento impose un nuovo e più capillare controllo del territorio e della nuova capitale Salerno, così sorsero lungo il fiume Sele numerosi castelli. ... In seguito alle continue opere di rifacimento, poco resta della struttura iniziale dell’antico castrum; l’unico elemento visibile è la cinta muraria, posta a ridosso della quale persistono alcune torrette, avamposti e corpi difensivi che rendevano la struttura inespugnabile da sud-ovest, direzione da cui provenivano in particolare le incursioni saracene. È possibile individuare anche la porta principale del vecchio insediamento, oggi comunemente chiamata arco della Portella, da cui si snodano le tre vie, i Burghi, di accesso al centro antico. Nel 1675 divenne proprietà della famiglia Parisano, marchesi di Caggiano, che lo tenne fino al 1807 quando, a causa di alcuni debiti, dovette cederlo alla famiglia Rosapepe, che ancora oggi ne è proprietaria. L’ingresso principale del castello è rappresentato da un arco a volta sotto cui è inciso lo stemma della famiglia Rosapepe. Un secondo arco si apre ad ovest e un tempo costituiva l’ingresso principale, oggi in disuso. Ciò si spiega per i mutamenti che nel corso dei secoli ha subìto la geografia del paese sviluppatosi in direzione opposta rispetto al centro antico. Venute meno le esigenze difensive, infatti, si è avuta l’espansione del paese verso nord di piazza Garibaldi. Dal 1400 in poi il castello è una residenza privata».
Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento
CITTÀ
PROVINCIA
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X sec.
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Restaurato
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