Collalto Sabino (castello baronale)

CENNI STORICI

Il castello Sederini di Collalto Sabino si trova in una delle posizioni più elevate della Sabina e del Lazio. Ha origini antichissime, derivanti dalla necessità delle popolazioni alto medievali di quest’area della Sabina di trovare rifugio in posizione sicura dalle continue incursioni saracene del IX secolo. Fu così che dopo il Mille attorno le prime ed incerte strutture di difesa si sviluppo l’abitato cinto di mura e torri ed arroccato attorno al castello. In questa epoca, testimoniata da documenti, è accertata la proprietà del castello da parte dell’onnipresente abbazia di Farfa. Passato a Carlo II d’Angiò fu da questi ceduto per vicende politiche e giurisdizionali alla chiesa. Il castello infatti si trova proprio ai confini dello Stato della Chiesa e l’Abruzzo, che dopo vicende belliche del Duecento entrava a far parte dell’orbita Angioina e del Regno di Napoli. A lungo fu di proprietà dei Savelli che nel XVI secolo lo vendettero agli Strozzi e poi ai Soderini. Questo lo cedettero alla metà del XVII secolo a Francesco Barberini, nipote di papa Urbano VIII. Nel corso dell’Ottocento fu acquistato dal conte Corvin-Prendowski e negli Anni Venti ai Giorgi-Monfort. La struttura architettonica originaria del castello risale al XII-XIII secolo e, nonostante le ininterrotte trasformazioni occorse nei secoli seguenti, è ancora abbastanza identificabile. La planimetria segue una forma a V ed è formata da due diversi corpi di fabbrica separati e diversi nella loro architettura. Uno orientato a sud-est con il portale d’ingresso recante lo stemma Barberini con ponte levatoio tra due possenti torrioni quadrangolari con merlature. L’altro più massiccio e semplice, con alte mura munite di feritoie e con bastioni circolari collegati con camminamenti sommitali di ronda. All’interno delle mura esterne, oltre il ponte levatoio si imposta il cortile, delimitato su tre lati dal corpo di fabbricati abitativi e sovrastato a nord dall'imponente mole della fortezza. Nell’ala orientale della bella corte si trova il vecchio corpo di guardia della milizia a presidio del castello mentre nell’ala occidentale si trovano le antiche cantine, granai e rimesse. Dalla corte infine partono due rampe recanti epigrafi dei Barberini, dei Corvin-Prendowski e dei Giorgi-Monfort che conducono al castello vero e proprio. Dalla sala d’ingresso che reca un grande camino con lo stemma Barberini si giunge al Salone d’Onore ornato con un camino con simbolo dei Soderini e dipinti di Rosa da Tivoli, dello Spagnoletto, del Fieravino e una grande tela di Luigi Garzi. Sempre allo stesso livello si trova il salotto con una piccola esposizione di porcellane e la cucina con decorazioni di genere nel soffitto. Notevole è la biblioteca in stile veneziano ed una saletta con una raccolta di armi ed armature. Dal cortile inoltre si dipartono altri percorsi. Il primo al giardino ed al parco ornato con numerosi esemplari di piante rare, accessibile per mezzo di una rampa. Il secondo invece all’interno del maschio del castello accessibile per mezzo di un ponte levatoio. All’interno si trovano gli ambienti della milizia, il deposito delle munizioni, le postazioni da tiro ed una sala anticamente utilizzata per celebrare processi e forse anche per torturare i prigionieri. Ai piedi del Maschio si aprono le prigioni. Degno di nota, nel lato meridionale della corte, l’edificio dell’orologio dell’epoca dei Barberini, mentre nel lato settentrionale si imposta una latrina a caduta libera.

Bibliografia e Sitografia

http://www.castellidelazio.com/castellodicollaltosabino.htm

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PROVINCIA

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EPOCA

XII sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Restaurato

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