CENNI STORICI
Alle pendici meridionali del Terminillo, Cittaducale domina dal verde colle di Cerreto Piano la media valle del Velino. Fa parte di un gruppo di centri che gli Angioini fondarono tra il XIII e il XIV secolo per consolidare i confini settentrionali del Regno di Napoli. Come sappiamo dal Regio Diploma del 1308 fu Carlo II d’Angiò a volere la sua fondazione e a sceglierne il nome in onore del figlio Roberto, duca di Calabria. Un anno dopo, il re Roberto, nel frattempo succeduto al padre, sceglieva per la nuova città la pianta del “castrum” romano, fondata sull’incrocio di due strade perpendicolari che, intersecandosi, formavano la piazza principale. Cittaducale fu così divisa in quattro zone, al popolamento e alla costruzione delle quali concorsero altrettanti gruppi di famiglie provenienti da ville e castelli del contado. La città fu cinta di mura e accanto all’ingresso principale, l’odierna Porta Napoli, fu eretta la Torre Angioina o Cassero di S. Magno, dalla singolare pianta semicircolare all’esterno e rettangolare all’interno. Agli inizi del XVI secolo Cittaducale divenne sede vescovile emancipandosi dalla Diocesi di Rieti e ricevette il titolo di città. Non molto più tardi nel 1539 fu ceduta in feudo dall’imperatore Carlo V alla figlia Margherita d’Austria per le sue nozze con il duca Ottavio Farnese. La città andò così a formare insieme a Leonessa e altri possedimenti i cosiddetti Stati Farnesiani d’Abruzzo. Tra il 1569 e il 1572 Margherita fissò la sua residenza proprio a Cittaducale che divenne la capitale dei suoi domini e conobbe il momento più alto della sua storia. Nel 1735, ormai estintosi il casato dei Farnese, Cittaducale tornò al Regno di Napoli, del quale fece parte fino all’Unità d’Italia. Al di là dell’originario impianto urbanistico, Cittaducale non conserva molto del borgo medievale a causa dei numerosi terremoti e rimaneggiamenti che hanno profondamente trasformato il volto della città. Tutte le chiese sono state ricostruite in stile barocco dopo il violento sisma del 1703. Tra le poche testimonianze superstiti ci sono le Mura, recentemente restaurate dalla V Comunità Montana. Altre vestigia isolate sono le finestre a bifora che scopriamo qua e là passeggiando per le vie del paese. In Piazza del Popolo si trovano i principali monumenti, a cominciare dal Palazzo della Comunità con la Torre Civica che, restaurato dal Vignola, accolse Margherita d’Austria. Durante la breve ma luminosa parentesi nei saloni del palazzo si rappresentarono commedie, si svolsero balli e feste mascherate. I numerosi interventi subiti dall’edificio hanno pressoché cancellato la sua struttura originaria, anche la torre è stata oggetto di non poche modificazioni. ...» - «La Torre Angioina con Porta Napoli, denominata anche Cassero di San Manno, è una delle torri difensive ancora ben conservate di Cittaducale, posta in particolare a guardia dell’accesso principale della città, facilmente raggiungibile dal Palazzo della Comunità. Infatti la cittadina conserva ancora intatto il suo carattere urbanistico del tardo medioevo, con la pianta ellittica che venne modellata ricalcando l’antico Castrum romano con le due strade perpendicolari che, incrociate ad angolo retto, formarono la piazza centrale attorno alla quale sorsero i principali edifici pubblici.
Bibliografia e Sitografia
http://www.5cm.rieti.it/index.php?option=com_content&view... - http://www.italiavirtualtour.it/dettaglio.php?id=95423
Articoli di approfondimento
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XIII sec.
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