Chiauci (borgo, palazzo baronale Gambadoro)

CENNI STORICI

«Si ritiene che l'attuale comunità tragga origine da quella fondata, con il nome di Clavicia, in epoca normanna, ma la zona reca ancora tracce di insediamenti dei sanniti. Il feudo conobbe le dominazioni dei Bucca dal 1269 per privilegio di Carlo I d'Angiò, dei Del Bosco che la ottennero da Carlo II, della famiglia dei conti di Montagano fino al 1447, dei Sanfelice di Bagnoli del Trigno che la persero per codardia nel 1530. Il toponimo intanto si evolveva in Castello Clavizia, Clavicij, Clavico, Chiavicas; ai Sanfelice successero i Greco di Montenero Val Cocchiara fino al 1626, i Petra di Caccavone (l'attuale Poggio Sannita) e Vastogirardi, i Capuano fino al 1700, quando il feudo fu venduto a Maria Felicia Cocco della famiglia genovese dei de Mari, cui successero i Gambadoro. Il nome della località cambiò ancora in Chiavico, Clauce e finalmente nell'attuale. Nel 1807 faceva parte del distretto di Isernia, governo di Frosolone, come frazione del comune di Civitanova; nel 1811 fu riconosciuta come comune autonomo ma dal 1927 al 1935 è stata accorpata a Pescolanciano. La parte più antica del paese (il centro storico), quasi certamente edificata nel Medioevo è del tipo ad avvolgimento. Conserva ancora, in gran parte, i caratteri costruttivi originali, di sobrio e gradevole gusto locale. Le abitazioni perimetrali si affiancano le une alle altre a formare una cerchia protettiva, all'interno della quale si intrecciano le stradine ed i vicoli, delimitati da file di altre case, il palazzo baronale, la chiesa principale e la torre dell'orologio. Al centro storico si accede passando sotto gli archi delle antiche Tre Porte che hanno dato il nome alla parte alta del paese».

Bibliografia e Sitografia

https://www.riservamabaltomolise.it/i-nostri-comuni/chiauci.html

Articoli di approfondimento

CITTÀ

PROVINCIA

REGIONE

EPOCA

XIII sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Discreto

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