CENNI STORICI
Il Palazzo Baronale, detto anche Castello o Palazzo Comitale, è posto nella piazza principale (largo Castello) di Cellino San Marco, il piccolo centro agricolo a circa 30 km a sud di Brindisi.
Il palazzo, da oltre vent’anni disabitato, oggi ha un aspetto di molto differente rispetto all’originale costruzione, dovuto alle numerose e successive modifiche operate nel tempo. Dell’originaria struttura si conserva la massiccia balaustra in pietra con colonne tornite sopra il portale di accesso (ora arco di comunicazione della piazza con via Mario Pagano) la stessa che percorre l'intero perimetro dell'edificio e che caratterizza la costruzione.
Secondo alcuni documenti l’edificio è stato iniziato nel 1578 quando il paese era un feudo governato, proprio da quella data, da Giovanni Antonio Albrizzi I, che acquistò il feudo dalla Regia Corte per la somma di 23.200 ducati. Questi governò il Casale di Cellino sino al 1615, anno della sua morte.
Non avendo prole gli successe il nipote Giovanni Antonio Albrizzi II, che si prodigò quasi certamente nella continuazione ed al completamento dell’edificio, almeno nella parte riguardante la “torre quadrata dagli speroni a sghembo” che si riferisce alla parte destra guardando l’attuale palazzo.
Ma le date non sono mai state accertate in quanto, nel Rilievo del feudo di Cellino del 1599, il castello non viene riportato, forse perché ancora non completato nella sua costruzione.
Il primo conte di Cellino, Nicola Pasquale Chyurlia, si adoperò per l’ampliamento della struttura, i cui lavori presero avvio nel 1742. Venne aggiunta l’ala più a sinistra dell’edificio, qui fu aggiunta anche l’araldica scolpita su pietra del casato, dove spiccano due leoni ritti sulle zampe posteriori da una parte e tre gigli dall’altra.
La nobile famiglia, che nei suoi componenti ha annoverato diversi cavalieri gerosolimitani oltre allo stesso conte eletto cavaliere di Terra d’Otranto nel 1750, stabilì la propria residenza nel palazzo cellinese quasi in concomitanza con la rivolta dei cittadini: questi lamentavano le pessime condizioni di vita aggravate dai tributi governativi e dagli obblighi verso i feudatari locali. Nell’archivio parrocchiale del 1742 è riportato che «la prigione del castello accolse ben presto sediziosi, e qui le ire sbollirono e la fedele devozione al signore ritornò nel timore di più tristi patimenti».
Nei beni immobili del Catasto Onciario di Cellino, del 1756, risulta anche il Palazzo Baronale tra le proprietà del conte (o barone) Chyurlia; nel documento è riportato che l’edificio fu «edificato dai suoi antecessori, nel luogo detto Il Castello con più e diversi membri superiori ed inferiori ed un giardino pel proprio uso del suo Agente».
Nei decenni successivi il castello è stato in parte venduto a diversi proprietari che ne hanno modificato notevolmente l’aspetto, in particolare la parte alla sinistra dell’arco, guardando proprio l’ex portale d’accesso, che nel suo aspetto non è più associabile esteticamente alla restante parte dell’edificio.
In questo modo il castello ha perso nel tempo il suo splendore originale.
Secondo Rosario Jurlaro «esso è forse l’unica presenza barocca nell’architettura civile del paese».
Bibliografia e Sitografia
Francesco Spina, Storia di Cellino San Marco dal Medioevo all’età moderna, 1985; Rosario Jurlaro, Storia e cultura dei monumenti brindisini, 1976.
Articoli di approfondimento
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