Vignanello (castello Ruspoli)

CENNI STORICI

«La primitiva rocca di Vignanello fu edificata, secondo la tradizione, dai monaci benedettini che governarono il feudo dalla metà del IX secolo all’inizio dell’XI. Nei secoli successivi essa subì vari attacchi a causa delle aspre contese tra i vari signori che si alternarono al dominio del borgo; ricordiamo ad esempio la distruzione avvenuta nel 1228 ad opera dei Viterbesi.  La forma attuale del castello è dovuta alla ricostruzione, forse su progetto di Antonio da Sangallo il Giovane, avvenuta tra il 1531 e il 1538 e voluta da Beatrice Farnese e dal genero Sforza Marescotti. La rocca medievale si trasformò così nel maestoso castello in pietra grigia che oggi vediamo. La sua imponente mole, circondata da un profondo fossato, serrata da quattro bastioni angolari e coronata dalla merlatura ghibellina, domina il panorama del borgo contrapponendosi al volume solenne della chiesa di santa Maria della Presentazione. Visitando le sale, i ritratti appesi alle pareti ci mostrano i volti di coloro che hanno scritto pagine importanti della storia di Vignanello. Lo splendido fregio monocromo che orna il salone principale risale al periodo di Beatrice e Ortensia Farnese come testimoniano i gigli dipinti negli stemmi, mentre i vivaci affreschi che abbelliscono le volte delle camere con il ciclo pittorico dedicato alle Virtù vennero realizzati in occasione della venuta di papa Benedetto XIII nel 1725, recano infatti lo stemma di Francesco Maria Ruspoli e di sua moglie Maria Isabella Cesi. Nel 1611 Ottavia Orsini, figlia di Giulia Farnese, decise di realizzare un giardino sulla dorsale del promontorio ad est del palazzo, articolato in varie parti: il Giardino di verdura, il Giardinetto segreto, posto ad un livello più basso, il Barchetto e il Barco posti sul lato sud del palazzo e usati per le battute di caccia. Il Giardino di verdura costituisce certamente la parte più interessante e meglio conservata dell’intero complesso. Si sviluppa su uno spazio pianeggiante rettangolare posto in corrispondenza del lato orientale del palazzo. È suddiviso in dodici parterre il cui perimetro è composto da siepi miste di alloro, lauroceraso, viburno tino e bosso, mentre i disegni interni sono formati da siepi di bosso meno alte; i parterre centrali racchiudono le iniziali di Ottavia Orsini e dei figli Sforza Vicino e Galeazzo. Queste aiuole sono tra le meglio conservate che esistano in Italia perché il giardino appartiene tuttora alla famiglia Marescotti Ruspoli che ha tramandato nel tempo le tecniche di coltivazione e di manutenzione. Agli angoli di ogni parterre, negli antichi vasi di terracotta, spiccano le piante di limone. Al centro del giardino si trova una bella peschiera circondata da una balaustra in peperino».

Bibliografia e Sitografia

http://www.ilparcopiubello.it/index.php/park/dettaglio/6

 

Articoli di approfondimento

CITTÀ

PROVINCIA

REGIONE

EPOCA

XVI sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Buono

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