CASTEL MORRONE (mura sannitiche, ruderi del castello feudale)

CENNI STORICI

Castel Morrone sorge in una posizione centrale sui Monti Tifatini, confinando con Caserta, Limatola, Piana di Monte Verna e Capua. Una cittadina ridente e collinare, patria rinomata di fichi d’india e Aglianico, presenta un passato di tutto rispetto. Fra queste, visibile già come un quadro in lontananza, impossibile non citare il Castello Feudale o, meglio, ciò che ne rimane. Voluto fortemente dalla famiglia nobile casertana Di Lauro, oggi ne possiamo ammirare solo pochissime mura a causa delle sventure che la struttura ha subito nel tempo. Collocato in un percorso salutare di trekking, i ruderi accompagnano anche l’amatissimo santuario di S. Maria della Misericordia di Morrone e fanno da sfondo alle leggendarie Termopili d’Italia.

Già passeggiando con l’auto lungo le vie di Castel Morrone, sul picco del monte è possibile scorgere le suggestive mura del castello, che protendono verso il cielo. Per arrivarvi, un panorama verde, profumato e ricco di sorprese farà da sfondo al nostro percorso. Lungo la strada, infatti, vi ritroviamo una ex cappelletta votiva, all’interno della quale sono ancora rinvenibili santini e preghiere lasciate dai devoti. Ed infine, ad un’altezza di circa 420 metri, la vista (ed il vento!) che vi si para davanti sarà spettacolare. Ruderi ed antichità, e aria sacra e votiva grazie al santuario della Misericordia.

Del castello, come abbiamo già anticipato, rimane ben poco. Nell’area in cui sorgeva sono visibili il torrione principale di pianta similmente rettangolare, i resti della cinta muraria e alcune casette in pietra. Insomma, sono scarne testimonianze di vecchi fasti narrate con passione e veemenza dalla popolazione locale, tanto da poterle tramandare. Si narra che il castello fosse stato voluto da Roberto di Lauro, conte di Caserta, sulla scia dell’edificio difensivo già presente sul loco, voluto dai Normanni. A sua volta, i Normanni si rifecero – da ciò desumibile dai pochi documenti cartacei presenti – ad un fortilizio già presente nell’849 d.C., rimaneggiando e ingrandendo l’impianto terrestre. Una storia, quella del castello che affonda le radici agli antipodi del Medioevo e nel pieno dell’età Antica.

Altre testimonianze risalgono alla seconda metà del 1200 in cui, secondo alcuni documenti angioini, vi dimorò Margherita De Tucziaco, cugina del re Carlo I d’Angiò. Ultime notizie invece, sono da collocare intorno al 1456: l’edificio rimase seriamente danneggiato da un violento terremoto, tanto da pensare che fu totalmente abbandonato.

Nel territorio di Castel Morrone vi è anche una fortificazione di età sannitica. La cinta si colloca sui monti Gagliola e Castellone, che fanno parte di una catena di colline che sovrastano il corso del Volturno a sud. Essa si estende per una lunghezza di circa 2 Km ed è formata da blocchi poligonali di calcare di notevoli dimensioni. L'individuazione di una cisterna scavata nella roccia (e di notevoli frammenti di tegoloni e ceramica grezza) fa presupporre una frequentazione dell' area non saltuaria. La cinta, lacunosa in più parti, non permette di stabilire con certezza il numero di porte; tuttavia, sembra che fosse dotata di due porte principali. L'area costituiva senz'altro un importante posto di vedetta (in rapporto d'interdipendenza con le cinte di monte S. Croce, di Calatia e di monte Alifano), a controllo dell'importante via di comunicazione costituita dal fiume Volturno. L'importante zona è dal 1992 sotto vincolo archeologico.

Bibliografia e Sitografia

https://caserta.italiani.it/castello-di-castel-morrone/

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X sec.

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