Tuscania (ruderi di Castel Cardinale)

CENNI STORICI

«Sperduto nel solenne entroterra della Maremma laziale a dominare da un promontorio la piana circostante, si scorge da lontano, rivelandosi per le sue mura rossastre incornate da alti pini, Castel Cardinale è uno dei castelli perduti del Lazio più affascinanti e struggenti. Il maniero rientra in quell’articolato complesso di fortilizi che costellavano la grande pianura che si estende fra Viterbo, Tuscania e Tarquinia, un territorio ondulato e frastagliato, morfologicamente poco controllabile che richiedeva pertanto la presenza di numerosi baluardi al fine di impedire scorrerie e facili penetrazioni di eserciti ostili. Quasi assenti sono le fonti documentali a suo carico e pochissimo si conosce delle sue origini. La collina dove sorge l’edificio, data la presenza di grotticelle, fa pensare ad un sito di matrice etrusca o addirittura villanoviana. Il toponimo “cardinale” sembra invece risalire la fatto che il castello fu di proprietà di una famiglia di rango, oppure a quell’Egidio Albornoz che tanta influenza seppe esercitare sulla zona. Secondo altri il castello prenderebbe il nome dal cardinale Parnens, Rettore del Patrimonio di San Pietro, che vi dimorò nel 1265. È molto probabile comunque che si sia trattato di un classico castrum longobardo di fondazione altomedievale. Fece parte dei castelli fedeli a Toscanella e risulta diruto già nel 1433. Realizzato in blocchi di tufo bruno su base arenacea, ai locali è noto anche come “Castello del Marchese”, poiché era compreso in un antico possedimento nobiliare. Si eleva a protezione di un piccolo fosso che scorre quasi parallelo alla Strada Chirichea. La sua peculiarità è di non essere stato edificato sull’orlo di una rupe ma sul sommo di una collina. L’aspetto attuale del castello, a pianta irregolare con porzione semicircolare, sembra il risultato di successivi rimaneggiamenti che lo accomunano ad altre soluzioni di matrice tuscanese risalenti ai secoli XII e XIII. Al suo interno si osservano innalzarsi spezzoni di muratura alti e possenti e questo fa supporre la presenza di un maschio centrale. Nulla è rimasto invece degli altri edifici. Meglio conservate risultano invece le mura perimetrali, dalle quali spicca lo splendido torrione affianco alla porta di accesso.

Non si può escludere che il castello sia stato adibito per un determinato periodo alla funzione residenziale e l’ipotesi potrebbe trovare conferma dall’osservazione degli avanzi dei vani interni. La sua decadenza coincise con ogni probabilità con l’epoca rinascimentale dell’inizio del XV secolo, periodo in cui in Tuscia lo sviluppo architettonico si concentrò nei borghi e nelle città, lasciando abbandonati inutilizzati i fortilizi sparsi nelle campagne. Castel Cardinale può essere raggiunto da Viterbo, seguendo le indicazioni per Tuscanica. Imboccando la Via Tuscanese. Dopo alcuni chilometri, all’altezza di un caseggiato con ristorante sulla destra, si volta a sinistra per la strada sterrata Chirichea. Si procede dritti lasciando un a destra immediatamente un bivio che porta a una fattoria, poi si passa sotto a un elettrodotto, si superano vaste coltivazioni e si giunge ad un punto in cui si fronteggiano due filari di pini che conducono ad altrettanti casali rossi. Si segue la stradiola a sinistra che, pur presentando il cartello “proprietà privata” è accessibile a tutti , si oltrepassa la casa rossa e si inizia a scendere, costeggiando stalle e fienili. Poi appaiono sulla destra ampie recinzioni per il bestiame, si oltrepassa un varco nel recinto, si scende sulla sinistra e finalmente si arriva in vista del rudere, che si raggiungerà a piedi».

Bibliografia e Sitografia

http://www.italiainsolita.com/joomla/2013-10-15-21-40-53/castlazio/17-castel-cardinale

Articoli di approfondimento

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XIV sec.

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Buono

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