CENNI STORICI
Casalrosso è presente in un documento del 964 (Panero 1985, p. 14), ma del castrum è fatta menzione per la prima volta solo nel 1173 (ACV, I, CCXCV, p. 338), insieme con la villa. Del castello nulla è più visibile, né è conosciuta esattamente la sua collocazione. I documenti successivi sembrano chiarire meglio la localizzazione del sito e forniscono forse qualche indicazione sulla sua ampiezza. In un atto del 1177 (ACV, II, CCCXLIX, p. 45) leggiamo: primum sedimen tenet Otobonus Gratacellum, ab una parte coheret ei Albertus de putheo, ab alia fossatum castelli de Casalo Russo, a tertia via. Aliud sedimen tenet Ferraria, coheret ei ab una parte ecclesie Sancti Salvatori de Casalo Russo, ab alia Paganus Pancagnorius, a tertia fossatum, a quarta via; e più oltre: in castello de Casalo est una petia de terra cum arboribus fructuum super se habente, cui coheret ab una parte heredes Tiçonis; ed infine: In capite ville... riporta altre coerenze, dandoci la sensazione che i sedimi citati prima fossero in villa. Queste coerenze rappresentano l'unica indicazione in nostro possesso per localizzare il castello, che apparirebbe dotato di fossato e contornato da sedimi confinanti con la via, da identificarsi probabilmente con l'attuale strada comunale proveniente da Lignana e con la chiesa di San Salvatore, tuttora esistente, ma ampliata e rifatta nel 1815 (Orsenigo 1909, p. 257), o con terreni ad essa adiacenti. I precisi rapporti fra le coerenze tenderebbero a collocare il castello in un'area compresa fra la via attuale, la chiesa e il cavo della fontana a nord, che con ogni probabilità alimentava il fossato, in un'area quindi piuttosto ampia dell'abitato situata a nord est dello stesso. La presenza di un frutteto all'interno del castello potrebbe richiamare un tipo di recinto con abitazioni e coltivi all'interno, simile a quello che troviamo ad esempio a Caresana o a Rado, dove era pure presente la rocca o il dongione. Il fatto che si nominino eredi dei Tizzoni all'interno della fortificazione fa inoltre presumere che un ramo di questa importante famiglia avesse o avesse avuto diritti sul castello o su parti di esso. L'antichità della chiesa (1156, Orsenigo 1909, p. 256) e dell'attestazione del castrum e l'assenza di strutture visibili ad esso riferibili fanno sì che l'interesse del sito sia ormai unicamente di tipo archeologicoBibliografia e Sitografia
http://www.guidacomuni.it/storia.asp?ID=2070Articoli di approfondimento
CITTÀ
PROVINCIA
REGIONE
EPOCA
X sec.
STATO DI CONSERVAZIONE
Discreto
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