Casalbeltrame (ricetto)

CENNI STORICI
L’edificio denominato Ricetto di Casalbeltrame, conosciuto anche con il nome di Castello sin dall’anno 1067, è un corpo di fabbrica a tre livelli, un tempo circondato da un fossato che, a partire dalla sua lontana origine medievale viene a subire pesanti e diversificate modificazioni nel corso del tempo, soprattutto dalla fine del XVIII secolo, sino a momenti più recenti, a seguito della sua riconversione agricola. Per la sua complessa stratificazione, osservando le murature e le tipologie di blocchi laterizi impiegate per costruirlo, così come le forme delle diverse aperture, si stenta a comprenderne sia l’esatta conformazione d’origine, sia le differenti fasi dell’evoluzione subita. è comunque possibile proporre alcune congetture avanzando dei paralleli, avvalendosi di fonti bibliografiche che hanno già considerato il fenomeno dei ricetti piemontesi (ci riferiamo agli studi di Micaela Davico di Torino), e dell’accurata osservazione delle diverse caratteristiche fisiche della struttura. La posizione del ricetto di Casalbeltrame è quella di un sistema collocato in pianura, posizionato centralmente rispetto al centro abitato. Esso si pone esattamente all’incrocio delle due vie o assi di scorrimento principali del paese, quelli nord-sud ed est-ovest. La conformazione dei ricetti è naturalmente connessa alla geografia del territorio piemontese sul quale essi sorgono; essi nascono sfruttando delle alture strategiche e, ove questo non è possibile, sfruttando i corsi d’acqua delle zone pianeggianti per costruire dei fossati di recinzione, a difesa: è questo il caso di Casalbeltrame. Anzitutto, la mappa Teresiana catastale del 1722 ci indica l’edificio come provvisto - ancora - del fossato e della divisione in celle originaria. Sappiamo che solo in origine nelle celle si poteva abitare; in seguito in esse si conservavano le derrate alimentari, e la sola presenza di una scala, con una apertura nel solaio che permetteva di accedere al livello superiore. Si nota la presenza, nella corte, della chiesa di San Martino e del suo cimitero (demolita nel 1805), così come del ponte d’accesso posto sopra il fossato. Possiamo ipotizzare che, esclusa la torre campanaria della chiesa (forse un semplice campanile posto in sommità della facciata?), le torri principali dell’insieme fossero in origine soltanto due: una posta al di sopra dell’ingresso, come in altri casi documentati di ricetti piemontesi, l’altra posta al di sopra dei resti di quello che ci appare oggi come un bastione. Vi è una grande variabilità tipologica nel merito delle torri-porta di ingresso ai ricetti piemontesi, variabilità che ci impedisce di immaginare come potesse essere (in origine) l’ingresso all’edificio preso in esame. A Casalbeltrame si è conservata sostanzialmente la sola struttura urbanistica, medievale, come a Sizzano, in quanto le partizioni interne hanno subite delle modificazioni (le celle sono divenute dei magazzini per il riso). Il ricetto in questione, basso medievale, è riconoscibile per la sua forma “a guscio”, con costruzioni perimetrali e nucleo centrale, prodotto di reintegrazioni ed adattamenti di una più antica opera fortificatoria. La funzione di difesa si esaurisce in genere nel XV secolo, in quanto la struttura dei ricetti permette, da parte della popolazione, resistenze possibili di soli pochi giorni, i tempi ridotti per siglare degli auspicabili accordi di pace col nemico. A partire dal XVI secolo e con l’arrivo del dominio francese, si riempiono i fossati che li circondano al fine di poter utilizzare i terreni agricoli. Si demoliscono inoltre le fortificazioni dei villaggi. Ogni costruzione che sia legata ad aspetti di fortificazione deve avere il benestare dei Savoia prima di essere approvata, e non deve inoltre essere immaginata all’esterno della stessa città di Torino. Nel caso di Casalbeltrame solo verso il 1786-1787 avviene l’eliminazione del fossato, creando la situazione che ancora oggi possiamo osservare attorno al ricetto. Nel 1799 viene intrapresa la prima sistemazione dell’ala c.d. Comunale, per intendersi quella fascia di edificio rivolta verso settentrione. Dal 1799 al 1813 viene risistemata la parte ad oriente, prossima ai resti di una serie di edifici diroccati (addossati alla stessa ala nella corte) e ad una sorta di basamento di bastione. Dal 1820 si sistema l’ultima parte dell’edificio, cioè la restante, verso sud. A conferma di quanto indicato, una serie di lapidi provviste delle diciture del tipo 1799 FG, si rinvengono al di sopra delle aperture concluse da piattabande proprie di murature sette-ottocentesche ed indicano, sia la data di sistemazione, sia il nominativo della proprietà che l’ha richiesta, cioè la famiglia dei fratelli Gautieri (FG), o la Società Fratelli Gautieri (SFG), dal XVIII secolo possessori dell’intero edificio.
Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento

CITTÀ

PROVINCIA

REGIONE

EPOCA

X sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Restaurato

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