Carona (loc. presso Fornovo di Taro, castello)

CENNI STORICI

«Sulla Via Nazionale, adagiato su un poggio nascosto da un anfiteatro di piante in posizione dominante sulla pianura e sul paese, luogo della confluenza del Taro e del Ceno si trova il complesso di Villa Carona, territorio in cui gli storiografi ricordano un oratorio nel 1230 e nel 1299-1354; nelle adiacenze immediate della villa oggi esiste una piccola cappella, che l’autore pensa coincidente con quella citata, ma non esiste nessuna testimonianza che confermi tale ipotesi. In questo stesso luogo nel 1248 Bertrando Rossi fortifica il “Castello di Fornovo”, costruito al momento in cui Parma affronta l’attacco dell’imperatore Federico II e dei ghibellini, prima di  cadere vittima degli imperiali in un imboscata a Collecchio. Continuo è il possesso della famiglia: nel 1373 è proprietà di Giacomino Rossi I conte di San Secondo e alla fine del 1300 è ancora dei Rossi. Nel 1408 Ottobono Terzi lo assedia e dopo due giorni lo occupa; alla sua morte, nel 1413 torna agli antichi feudatari. Nel Giugno 1414, Nicolò d’Este, Signore di Parma, in un suo pellegrinaggio, si reca prima a Loreto, poi al monastero di S. Giacomo di Compostela, in Galizia. Durante il viaggio per raggiungere Borgotaro e Genova, si ferma a Fornovo ed è ospitato nel castello.

L’era dei conti Rossi e del castello, ora perduto, è considerato un periodo particolare della storia di Carona unitamente all’epoca Gesuitica, caratterizzata dalla costruzione della Villa agli inizi del XVIII. Il Collegio dei Nobili di Parma, diretto dai Padri Gesuiti nel 1604 fruisce di questa dimora come villeggiatura fino alla loro cacciata. Nel 1792, quando tornano i Gesuiti, espulsi dal ministro Du Tillot, il complesso viene ampliato ed è di nuovo allestito a sede estiva per la Comunità e per gli allievi del Collegio. Allontanati nuovamente i Padri gesuiti, la Villa viene chiusa in qualità di proprietà del Collegio, che è riaperto nel 1831, con decreto della Duchessa di Parma Maria Luigia, e unificato al Collegio Lalatta con il nome di Collegio Maria Luigia. Decade l’usanza di trattenere per  tutto l’anno i convittori, che nei mesi di vacanza vengono rimandati a casa: Villa Carona diviene dunque residenza di pochi allievi e sede estiva dei dirigenti del nuovo Istituto Educativo e rimane tale fino alla seconda guerra mondiale. In seguito i locali vengono occupati da casanti e inquilini e dal 1943 al 1945 è invasa da milizie e soldatesche, che contribuiscono a ridurla in condizioni di grave deperimento; nei locali interni un notevole patrimonio di pregevoli mobili e di quadri antichi distribuiti nelle sale interne vengono dilapidati o distrutti.  Costruzione di Villa Carona: progetti diversi di una struttura semplice e funzionale Oggi il complesso della Villa si presenta come un ampio fabbricato di 3 corpi disposti a U con  lunga facciata a tre piani interrotta da un loggiato a 3 arcate. Due corpi laterali a due piani delimitano un cortile interno, completato sullo sfondo da una cappella ora in rovina. Un cancello immette alla corte dove sulla destra vari fabbricati rustici costituiscono una sorta di borgo di data anteriore alla costruzione della villa. ...».

Bibliografia e Sitografia
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XII sec.

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