CANOSSA (castello)

CENNI STORICI
«Le rovine del castello di Canossa con l'annesso Museo Nazionale "Naborre Campanini" sorgono su un'aspra rupe in arenaria bianca a balcone naturale per circa 60 metri a ridosso dell'abitato di Canossa tra il torrente Crostolo ed il fiume Enza con ampia vista alle valli sottostanti. Lo sfaldamento della rupe ha concorso a diminuire l'estensione della piattaforma su cui poggiava il castello. Secondo lo storico Aldo Settia sono "seimila i metri quadrati dell'originaria rocca di Canossa", mentre il Campanini, nell'Ottocento, riporta dettagliatamente: "la superficie della vetta misura nella massima lunghezza 80 metri e 30 nella larghezza media: il perimetro non supera i 200 e tutta l'area è stata calcolata poco più di duemila metri quadrati; minore di oltre un terzo dell'antica per le frane periferiche che, massime da mattino, da mezzogiorno e da ponente, hanno divorato la rupe". Il complesso fu costruito verso la metà del X secolo da Atto Adalberto, figlio di Sigifredo da Lucca, di stirpe longobarda. Infatti Donizone nei suoi versi, facendo parlare il maniero così scrive: "Prospiciens nudam silicem me stare Canossan. In proprium castrum me suscepit Comes Atto". Nel 950 Adelaide, vedova di Lotario Re d'Italia, si rifugia nel castello per sfuggire alla persecuzione di Berengario II, Marchese d'Ivrea che, volendola sposare al figlio Adalberto, assedia inutilmente Canossa. Ottone I, re di Germania, libera Adelaide e la fa sua sposa; favorisce quindi la fortuna di Atto Adalberto creandolo dapprima conte, poi marchese. Nel 1075 un decreto del papa, richiamandosi al Concilio del 1059, vieta le ingerenze delle autorità civili e dell'Imperatore nelle investiture episcopali. La risoluzione non viene tuttavia accettata da Enrico IV, re d'Italia e di Germania e imperatore del Sacro Romano Impero. Alla Dieta di Worms del 1076 è decretata la deposizione del papa da parte del quale segue la scomunica e lo scioglimento dell'ubbidienza di quanti avevano prestato giuramento all'Imperatore. L'aspro contenzioso ha il suo momento culminante nell' incontro tra il papa, ospite di Matilde di Canossa, con Enrico IV, il 28 gennnaio 1077 presso il castello di Canossa. Dopo tre giorni di penitenze l'imperatore, tramite la mediazione della Contessa, chiede perdono al pontefice che lo assolve dalla scomunica. Le ostilità riprendono comunque dopo breve tempo e la lotta per le investiture termina solo nel 1122 con la pace di Worms concordata da Enrico V e da papa Callisto. Dopo la morte di Matilde e il dissolvimento del suo "stato", pur tra varie vicende, un ramo della famiglia "di Canossa" tiene il possesso del castello sino al 1449 anno in cui Canossa è acquistata da Lionello d'Este, marchese di Ferrara. Distrutto nel 1255 dai Reggiani, durante le lotte tra guelfi e ghibellini, il Castello è ricostruito dai Canossa. Nuovamente rovinato dai reggiani nel 1412, viene restaurato dagli Estensi nel 1452. Lodovico Ariosto ne ebbe il comando del presidio negli anni 1502-1503. Le artiglierie di Ottavio Farnese lo smantellano nel 1557. In seguito è ridotto a dimora signorile dal conte Bonifazio Ruggeri di Reggio, che lo ottiene in feudo nel 1570 da Alfonso II, duca di Ferrara. Passa quindi ai conti Rondinelli nel 1593 e nel 1642 ai Valentini di Modena, che lo conservano fino alla soppressione dei feudi nel 1796; viene loro restituito nel 1819. Nel 1878 il governo acquista il complesso di Canossa dai conti Valentini e lo dichiara monumento nazionale. Nel 1877, sotto la guida dell'insigne archeologo e paletnologo prof. don Gaetano Chierici, sono iniziati gli scavi proseguiti poi sotto la direzione del prof. Naborre Campanini. Negli scorsi anni sono stati condotti importanti lavori di restauro e consolidamento della rupe, per opera del Provveditorato alle opere pubbliche. Con la costruzione della rocca, Atto Adalberto aveva fondato anche la chiesa di S. Apollonio, tempio ricco di arredi e reliquie, cui era annessa una abbazia retta da monaci benedettini. Spogliata del suo tesoro mandato a Roma dal papa nel corso della lotta contro Enrico IV, dopo la metà del sec. XIV è definitivamente abbandonata».
Bibliografia e Sitografia
http://www.castellimatildici.it/canossa.htm
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