Campagnano di Roma (borgo fortificato, case torri)

CENNI STORICI

Nel IX secolo inizia la formazione di piccoli borghi fortificati (dove continuerà ancora a vigere il "sistema curtense" cioè chiuso ed economicamente autosufficiente) edificati a partire fai grandi fondi con o senza oratorio e denominati (qui dicitur) nei primi testi del XI secolo castrum come castrum Capracorum e castrum Sorbum, oppure castellum come castellum Martiniani e castellum come castellum Campaniani dagli omonimi fondi rispettivi; la scarsità dei documenti non ci permettono di affermare se fosse esistita una curtis Campaniani come la curtis Capracorum o la curtis Macerano (Maggiorana). Mi sembra importante sottolineare questo fatto in modo che non ci sia fatta confusione circa l'inventario della Curtis Campaniani dell’anno 1505 (da dove deriva il nome della piazza della Corte "in Monte San Giovanni, dinanzi alla Rocca", la quale piazza prenderà il nome di Piazza Garibaldi e dove c'è tuttora la torre della Curia del XII secolo); infatti il termine curtis dopo l'incastellamento cambierà significato: indicherà sia il cortile dove erano immagazzinati i viveri e tutto ciò che i contadini-artigiani producevano per il consumo e l’autosufficienza, sia l'insieme dei beni del feudatario. La pergamena nella quale è menzionato per la prima volta Campagnano è dell’anno 1076 quando la città è già in forte espansione sia demografica che urbanistica: è un contratto d'enfiteusi emanato dal cardinal Falcone, rettore e dispensatore del monastero dei SS. Cosma e Damiano, ad Azzone, virum honestum cioè contadino-artigiano allodiale, di due case nel castellum Campaniani per un prezzo di dodici denari annui da versare il giorno della festività dei SS. Cosma e Damiano, situate nel luogo detto Posterula (termine latino che significa porticina posteriore e che, a volte, si usava per smaltire i rifiuti). La prima casa donata in affitto, domus solarata scandolicea, indica una casa con solario (quindi a due piani) e con tetto di tegole; l’altra casa, domus terrinea, indica una casa situata al confine della Terra, cioè sulle fortificazioni, con un orto e una grotta. ...

In Monte San Giovanni, da tempi remoti, vi era il quartiere residenziale e commerciale di Campagnano con l'osteria, le botteghe dei speziali, dei "pizzicaroli" che vendevano ogni genere alimentare ma anche chiodi, fune, pali di ferro, degli orafi come il signor Credenzieri, dei tappezzieri che vendevano i tessuti di lino e di canapa tipici di questa città e dei sarti. Queste botteghe erano affiancate l'una dall'altra lungo la contrada San Giovanni. Questo quartiere aveva due forni al tempo degli Orsini dei quali abbiamo notizie certe sul forno detto "di mezzo". ... In Montis Carbonaris già citati nello statuto di Campagnano del 1270-1271, sorgeva la rocca primitiva di Campagnano, probabilmente edificata all’epoca dell’incastellamento. La rocca di pianta quadrata ospitava anche i carceri e i soldati ed era in grado di accogliere il signore e gli abitanti in caso di assedio. Era difesa dal torrione edificato su progetto di Francesco di Giorgio Martini commissionato da Virginio Orsini, nominato conte di Campagnano nel 1484, e dal rivellino della Porta Vecchia (vicolo del Tifo) citato nel catasto del 1616 e dai fossi della Carbonara (dal latino carbonariae: fossi) e della Rocca. In questa zona militare vi erano le strutture indispensabili per la sopravvivenza in caso di assedio della città: la cisterna ipogea, ubicata in via San Giovanni sotto il palazzo di Filippo Paroncini, i pozzi "da grano" e il forno "da capo" che oltre a cuocere il pane poteva eventualmente servire a cuocere mattoni e tegole (nel catasto del 1505, risulta che il Conte Orsini possedeva quattro forni e quattro pozzi da grano dentro de la Terra). Inoltre vicino al Torrione vi era l'Ospedale di Sant'Antonio citato nel catasto del 1577. Una parte della rocca fu demolita nel 1726 per la costruzione del palazzo del Governo, all'epoca del principe Chigi, per le funzioni pubbliche ed ospitava la cancelleria (che finora era contigua alla collegiata), la scuola, il macello e i granai della comunità; un ala fu in seguito aggiunta al palazzo per ospitare le carceri delle donne. L'antica torre quadrata dei carceri primitivi fu ammodernata nel 1818 dall’ingegnere Giuseppe Valadier come lo attesta il suo progetto delle Carceri Nuove di Campagnano. Anche se parte delle fortificazioni di Campagnano sono state irrimediabilmente perse, il catasto comunale del 1577 offre alcune indicazioni sulla fortezza: si evocano le porte antiche della città (la Porta Vecchia, la Porta delli Monti di Pietro, la Porta la valle, la Porta da capo e la Porta dinanzi a Santo Antonio).

Bibliografia e Sitografia

http://digilander.libero.it/campagnano/leggi%20il%20libro.htm

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XII sec.

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