CENNI STORICI
Che Busso avesse un castello si può desumere solo dalla circostanza che il nucleo urbano sicuramente esisteva in epoca normanna, anche se nel Catalogo dei Baroni del XII secolo il suo feudo non viene riportato. Cercheremo di spiegare il mistero più avanti, dopo aver documentato gli elementi che ci inducono ad affermare la sua esistenza almeno intorno alla metà di quel secolo. ... Nel tempo il nucleo di Busso nella sostanza è rimasto impiantato sul luogo della sua prima edificazione. Della cinta muraria apparentemente nulla è rimasto e tantomeno si trovano tracce evidenti di un castello, tuttavia una serie di elementi catastali ci possono aiutare a immaginare quale potesse essere il sistema di difesa dell’agglomerato. Il punto apicale naturale del colle su cui poggia il paese è occupato interamente dalla chiesa parrocchiale di S. Lorenzo. Della sua esistenza non si ha testimonianza nelle Rationes Decimarum Italiae perché all’anno 1309 si fa riferimento in maniera generica ad un clero di Busso in diocesi di Boiano. Per logica il castello dovrebbe occupare la medesima posizione della chiesa, ma tutta l’area, sebbene sostanzialmente modificata in un epoca imprecisabile, non presenta apparati murari che possano essere ricondotti a strutture castellane. Tuttavia l’impianto quadrangolare del nucleo edilizio che si sviluppa allo stesso livello del piano di S. Lorenzo, dalla parte della facciata laterale occidentale, fa propendere per riconoscere in quel gruppo di case la ripetizione di una struttura quadrangolare che potrebbe corrispondere ad un castello isolato all’interno di una cinta muraria ad andamento vagamente ovale che doveva proteggere l’intera terra abitata. Una ricostruzione dell’andamento della linea muraria che si può tentare proponendo l’antica esistenza di quattro porte di cui oggi non rimane alcuna traccia. Una porta, da capo, doveva trovarsi nel punto intermedio compreso tra la chiesa del Carmine e quella di S. Anna, ambedue costruite fuori del perimetro murario in epoche successive al XVI secolo. Una seconda porta, da basso, doveva trovarsi nel punto diametralmente opposto, nel luogo planimetricamente più basso dell’abitato, in corrispondenza di una via di accesso che seguiva poi l’andamento naturale del terreno per raggiungere una terza porta, forse l’unica carrabile, sul versante occidentale della linea muraria. Di questa porta rimangono solo testimonianze orali relative all’esistenza dell’alloggiamento lapideo di uno dei perni del portone, eliminata in epoca prossima alla nostra per allargare la strada. Il quarto ed ultimo accesso si trova dalla parte opposta alla terza. Ancora oggi il varco viene popolarmente chiamato con il termine di portella. Percorrendo il limite esterno del nucleo abitato in nessun luogo si trova traccia di torri circolari o di muratura a scarpa, lasciando ipotizzare che in epoca angioina (XIII-XIV sec.) non vi siano stati interventi di adeguamento della struttura ad una difesa attiva. La circostanza porta a ritenere che l’iniziativa punitiva di Carlo d’Angiò nei confronti di Ruggero di Busso e la confisca dei suoi feudi abbia determinato un conseguente abbandono del nucleo o, comunque, un suo impoverimento.
Bibliografia e Sitografia
Porta Vittoria (porta, struttura di fortificazione) Busso,IV aC fine (beniculturali.it)
Articoli di approfondimento
CITTÀ
PROVINCIA
REGIONE
EPOCA
XIV sec.
STATO DI CONSERVAZIONE
Discreto
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