Buja (resti del castello)

CENNI STORICI

«Alla fine dell’impero romano, il dominio longobardo si integrò e si fuse con il sistema ecclesiastico precedente; a Buia sorse, con ogni probabilità, una fortezza longobarda, mentre sul colle di mezzo, il S. Laurinz, fu costruita la costruita la chiesa madre della pieve omonima. Resti di epoca longobarda molti importanti sul piano storico sono stati rinvenuti in località Colosomano e S. Salvatore: si tratta di tombe con notevole corredo funebre ed è il più “vasto sepolcreto longobardo” dopo quello di Cividale. Il territorio di Buia divenne, in epoca altomedioevale, un possedimento del patriarca di Aquileia con ampia autonomia giurisdizionale. Il diploma del 792, primo documento scritto nel quale compare il nome di Buia, e quello del 983 ce lo confermano, nel primo, Carlo Magno faceva dono a San Paolino, dopo aver vinto un esercito friulano, della pieve di Buia e di tutti i possessi relativi; nel secondo, a Verona, Ottone II di Sassonia assegnava al Patriarca cinque castelli fra cui quello di Buia. Evidentemente il Castello di Buia aveva conservato la sua continuità di importante centro strategico; esso venne affidato dai Patriarchi a Ministeriali che avrebbero provveduto, come Vassalli, alla difesa ed alla cura della fortificazione. Risultano da documenti, residenti nel castello i signori Varmo, Villalta, D’Arcano, Prampero, Colloredo che si alternarono nel controllo della fortezza, tutti tentarono di impossessarsi del maniero, ma nessuno riuscì ad insediarvisi in modo definitivo. Dal 1265, ci sono notizie di un Gastaldo collocato a Buia, tale carica era ricoperta da importanti personaggi della nobiltà friulana. Il XIV secolo fu un periodo particolarmente turbolento per il Friuli e per il territorio di Buia; il declino Patriarcale favoriva le continue pretese della nobiltà. I Conti di Gorizia, volendo scardinare lo Stato Patriarcale, misero gli occhi sul castello di Buia e lo attaccarono nel 1315. Non solo i Goriziani ma anche i Colloredo e tanti altri volevano impossessarsi della zona per la grande importanza che essa rivestiva nel quadro della difesa della capitale patriarcale, cioè Udine. Nel 1375, a causa delle necessità finanziarie del Patriarca, il quale assegnò Buia in feudo ai Savorgnan e la Gastaldia divenne ereditaria. I Savorgnan mantennero l’investitura anche durante la dominazione veneta, iniziata nel 1420 circa, attorno al 1425 il Gastaldo fu sostituito da un Capitano di nomina della famiglia Savorgnan la quale aveva ampi poteri giurisdizionali e risiedeva a Buia nel palazzo di famiglia. Nel 1506, venne stipulato fra il Capitano dei Savorgnan e la Comunità di Buia un accordo che regolava i rapporti fra le parti stipulati. La Signoria dei Savorgnan sopravisse fino all’epoca napoleonica. Dopo la caduta della Repubblica Veneta, nel 1797 Buia entrò a far parte del Regno Lombardo Veneto e godette di un lungo periodo di pace che favorì un forte sviluppo demografico, ma determinò anche l’inizio dell’emigrazione, oltre le Alpi, di gran parte della popolazione. Allo scoppio della Prima Guerra d’Indipendenza i patrioti di Buia si unirono a quelli di tutto il Friuli, ma nello scontro presso Visco furono sconfitti e dovettero attendere la Terza Guerra d’Indipendenza per ottenere la libertà».

Bibliografia e Sitografia

http://www.portalenordest.it/component/comuni/Friuli_Venezia_Giulia/Udine/Buja.html?view=10

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XII sec.

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