BRANCALEONE (ruderi del castello di Brancaleone Superiore)

CENNI STORICI

«In origine, il paese era probabilmente denominato Sperlonga (dal latino spelunca = grotta) per la presenza di monaci bizantini che popolarono le grotte dette appunto di Sperlonga intorno al XII secolo e che ancora oggi offrono testimonianze della presenza bizantina. Solo intorno al 1200 veniva dato il nome di Brancaleone. Il centro sviluppatosi su una collina a 310m s.l.m. fu munito di castello fortificato, presumibilmente intorno all'anno 1300, per la difesa contro le incursioni dei Saraceni. Un originale castello medievale, non lontano da reperti archeologici sia della Magna Grecia e sia dell'epoca Romana. Accessibile solo da un lato fu, probabilmente, costruito dai Ruffo. L'accesso al castello era ubicato nel lato settentrionale e avveniva per mezzo di un ponte posto in adiacenza alla casa della famiglia Musitano che affaccia sulla piazza principale del paese: Piazza Vittorio Emanuele che, per questo motivo, era anche detta "Piazza del Ponte". Qui, nel sottosuolo si trova una grotta che era la vecchia prigione del Castello. Nel 1489 questo castello risulta inserito in quell'elenco che Alfonso D'Aragona riteneva di dover ampliare e risistemare per potenziare le difese del Regno. Nel XIV secolo Brancaleone fu feudo della famiglia Ruffo, e poi passo alla famiglia D'Aragona De Ayerbe, per essere venduto in fine alla famiglia degli Stayti, in onore dei quali fu intitolato l'altro centro vicino, Staiti appunto, che fu casale di Brancaleone (casale = centro che dipendeva da un altro centro vicino più importante). Dal 1674 fino al 1806 (anno in cui fu abolita la feudalità) fu sotto il dominio della famiglia Caraffa di Roccella. Brancaleone Superiore fu lievemente danneggiata dal catastrofico terremoto del 1783, e subbi danni per il terremoto del 1908, e quindi varie volte fu ricostruito, ma il suo destino fu definitivo solo agli inizi del Novecento, dovuto al fenomeno comune a tutti i centri interni della Calabria, quello dell'abbandono delle campagne e delle zone collinari per carenze di infrastrutture e di collegamenti adeguati al processo socio economico della società».

Bibliografia e Sitografia

http://www.geosearch.it/s_451/Brancaleone/siti-storici-culturali/Brancaleone-Superiore-Ruderi.php (a cura di B&B Galati)

Articoli di approfondimento

CITTÀ

REGIONE

EPOCA

XII sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Rudere

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