Borgo Vercelli (castello)

CENNI STORICI
Secondo una notizia di dubbia autenticità, anche se non inverosimile, il castrum sarebbe attestato dal 956 (Perosa 1886, p. 33; con maggiore certezza, esso è presente almeno dal 1039, quando risultava in possesso dei Casalvolone: MGH, IV, doc. 280, pp. 387-389): tale attestazione si inserirebbe nel processo di incastellamento del X secolo, promosso a Borgo Vercelli dalla locale stirpe dei de Bulgaro che avviò in tal modo i primi passi verso la costruzione della signoria rurale sul villaggio, che appare affermata con sicurezza attorno alla metà del XII secolo. Nel 1149, il castello, che appariva dotato di una propria torre attorniata da abitazioni, fu donato dai signori rurali ai consoli del comune di Vercelli (Il Libro degli Acquisti, II, doc. 327, pp. 618-620; I Biscioni, 2/1, doc. 142, p. 239-241). Il comune urbano a partire da tale anno mise in atto uno stretto controllo sull’importante località fortificata nell’immediato oltre Sesia, i cui signori nel 1184, al termine di una disputa, furono costretti a giurare il cittadinatico vercellese (Pacta et conventiones, doc. 273, pp. 296-297). Nei primi decenni del Duecento, inoltre, forse in concomitanza con l’emanazione nel 1225 di uno statuto che impediva che i castelli entro le quattro miglia dalle mura urbiche potessero essere detenuti da non Vercellesi (Statuti del comune di Vercelli, cap. 185, p. 140), il governo cittadino avviò un’inchiesta sulla torre di Borgo Vercelli, per verificare se essa fosse di proprietà civica (Statuti del comune di Vercelli, cap. 187, p. 141). Di certo, nel 1222, sotto la podesteria del milanese Ugo Prealloni, è documentata una spedizione dell’esercito cittadino a Borgo Vercelli (Statuti del comune di Vercelli, cap. 386, p. 271). Borgo Vercelli era dunque sede di un’importante fortezza, espressione della signoria dei de Bulgaro, ambita dai Vercellesi. Tale aspetto era ancora leggibile alla metà del Trecento, quando il castello fu distrutto dai Visconti, secondo la notizia trasmessa dal cronista Pietro Azario (Ordano 1985, p. 83: "turrim Bulgari cum castro et fortilitio explanaverit"). Solo all’inizio del Quattrocento la struttura fu riedificata in una nuova veste, grazie agli accordi stipulati nel 1411 tra la comunità rurale e i signori. Fu ripristinata la torre, messi in sicurezza la porta d’ingresso e il ponte levatoio, erette nuove case all’interno della fortificazione, a sua volta protetta con ulteriori opere difensive (fossati, baloresche e battaglierie): simili pattuizioni lasciano intuire l’uso della fortificazione come difesa collettiva, a guisa di ricetto, in un periodo di forte insicurezza delle campagne vercellesi (Perosa 1886, p. 74; Ardizio 2010, p. 40; Settia 2001, soprattutto alle pp. 63-68). Sul finire del Settecento, le strutture del castello, oggi in buona misura perdute, erano ancora leggibili: una descrizione del 1780 accenna alla presenza di case nel castello, “alla porta d’ingresso di cotto”, a cucine, cantine e pozzo che si aprivano sulla corte, alla chiesa dedicata a San Pietro e a un torrone con “voltone di cotto”. Inoltre la presenza di un “sito incolto chiamato il revellino” sembra tradire l’antica presenza di una simile fortificazione a protezione dell’ingresso (AC Borgo Vercelli, SS, Estimo, mazzo 127). Anche il Casalis menziona “l’antico castello de’ Bulgari, che ad ognuno de’ quattro angoli ha una torre scassinata” (Casalis 1834, p. 501). Oltre al castello, dal 1614, in un’epoca di urgenza militare, fu eretto dagli Spagnoli nel territorio del villaggio il forte di Sandoval (Perosa 1886, p. 88; Casalis 1834, p. 504 e, soprattutto, Beltrame 1995): la costruzione implicò la modifica della rete idrica dell’area, causando conflitti con la vicina abbazia di San Nazzaro Sesia (Cappellino 1994, p. 58). Tale fortificazione, che costituiva uno dei capisaldi dell’area, fu smantellataa partire dal 1644, quando il suo ruolo nel sistema difensivo fu rimpiazzato dalla piazzaforte di Vercelli (Beltrame 1995). Il forte risultava distrutto nel 1663 (AD Vercelli, Borgo Vercelli, Consegnamento beni, inventari, permute, transazioni, stati, atti di lite, certificati, locazioni note, in data 1663, febbraio 13). All’epoca del Casalis ancora se ne vedevano le vestigia (Casalis 1834, p. 504). In epoca più antica esisteva nel territorio di Borgo Vercelli una torre, di cui ancora alla metà del XVI secolo sopravviveva la memoria toponomastica in una località prediale. Un documento del 1569 menziona infatti un terreno ubicato "nelle fini di Bolgaro ove si dice alla torre d’Orfengo o sia Moneta tra le fini di Casalino et Bolgaro": potrebbe trattarsi dell’area dell’attuale cascina Moneta, equidistante tra Borgo Vercelli, Casalino e Orfengo (AD Vercelli, Borgo Vercelli, Consegnamento beni, inventari, permute, transazioni, stati, atti di lite, certificati, locazioni note, in data 1569, ottobre 30; si veda anche s.v. Comunanze i riferimenti alla cascina della Moneta)
Bibliografia e Sitografia
https://www.centrocasalis.it/print/scheda/borgo-vercelli
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XII sec.

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Discreto

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