Bisuschio (villa Cicogna Mozzoni)

CENNI STORICI

«La villa sorge ai limiti del centro storico del paese: al tempo, la sua costruzione è avvenuta al di fuori del nucleo medioevale. L'edificio vero e proprio (senza considerare le dipendenze) ha un impianto a U, tipico delle dimore nobili del rinascimento lombardo. Vi si accede tramite un vialone alberato, in salita, che si slarga sul piazzale dove sorge la villa. La facciata è disposta su due piani, austera, asimmetrica rispetto al portale d'ingresso, in bugnato. Le pareti che danno sul piazzale, ora fortemente sbiadite, mostrano ancora deboli tracce di una ricca decorazione ad affresco.

Varcando il portale d'ingresso, si entra nel cortile d'onore del palazzo, che lo chiude su tre lati, mentre il quarto è rappresentato dal giardino. La pavimentazione del cortile è in pietra locale: si tratta di ciottoli in porfido rosso di Cuasso, mentre, al centro, alcuni ciottoli bianchi delineano lo stemma della famiglia Cicogna Mozzoni (una cicogna con un serpente nel becco e un sasso nella zampa, accanto a un'aquila, sovrastate dalla corona comitale). Sui due lati lunghi della villa si apre il porticato, sorretto da robuste colonne doriche in pietra di Viggiù, mentre sul terzo lato della casa il porticato è ricreato grazie agli affreschi eseguiti in trompe-l'œil, ora molto sbiaditi. Tuttavia, lo stato globale di conservazione degli affreschi del cortile è migliore rispetto a quelli esterni: si leggono ancora numerose figure e le brillanti variazioni cromatiche. Sono gli affreschi a livello del piano terra ad avere la peggio, dato che mostrano numerose efflorescenze per umidità di risalita. Invece, sono ben conservati gli affreschi delle volte dei portici: il portico e est (quello d'entrata) mostra alcune scene tratte dalle Metamorfosi di Ovidio, racchiuse in cornici geometriche e accompagnate da vivaci grottesche; il portico a ovest, sulle velette, mostra diverse figure mitologiche e storiche. Interessante vedere come ci sia un'attenta contrapposizione tra figure maschili e femminili: queste si alternano, in modo che una figura maschile resti speculare a una femminile e viceversa. Al centro, un altro affresco in trompe l'œil crea l'effetto di un pergolato, dove si intrecciano tralci di vite carichi di grappoli, rami di melograno e di piante di limone carichi di frutti maturi. Tra questi rami, alcuni putti giocano con pavoni e altri animali. Il tutto serve da cornice per lo stemma inquartato della famiglia Cicogna Mozzoni. Gli affreschi di questo portico rappresentano alcune scene di caccia, che rivelano la funzione primitiva di questa dimora. L'intonaco appare "picchiettato" in più punti: si tratta della tracce lasciate dai manovali, nel XIX secolo, nell'intento di liberare le pareti dallo spesso strato di calce, che era stato applicato durante la peste del '600 in modo da evitare il propagarsi della malattia.

Non si sa con certezza in quale anno nacque la villa. Certamente, all'inizio, doveva essere una cascina di caccia che la famiglia Mozzoni, milanese, utilizzava per questo scopo. I Mozzoni, diretti dipendenti del duca di Milano, avevano ottenuto dal ducato stesso il permesso di cacciare nei territori circostanti a Bisuschio. Il primo documento che parla di una dimora bisuschiese, utilizzata dalla famiglia Mozzoni come casino di caccia risale al 1463. Un altro anno fondamentale per la storia della villa è il 1476, in cui il duca di Milano Galeazzo Maria Sforza, grande appassionato di caccia, visitò Bisuschio e la dimora dei Mozzoni. Questo fatto indica che la dimora di caccia doveva essere in certe condizioni per ospitare una persona del rango di un duca che, tra l'altro, in occasione della battute di caccia, amava circondarsi di un imponente corteo. Durante la caccia, era il 2 novembre, il duca rischiò di finire tra le fauci di un orso, ma uno dei mastini di Agostino Mozzoni, il padrone di casa, salvò la vita del duca affrontando l'orso. La povera bestia morì per le ferite riportate, ma il suo sacrificio non fu vano: infatti, il duca, riconoscente, concesse numerosi privilegi alla famiglia dei suoi ospiti. La vicenda sembra avere un che di fantasioso e leggendario, ma è autentica ed è testimoniata da un diploma di esenzione ducale, datato 4 novembre 1476. Fu forse grazie a questi numerosi privilegi che i Mozzoni ampliarono la loro fortuna, permettendo loro così di proseguire le modifiche alla dimora. Si stima che intorno al 1530 si cominciarono consistenti rimaneggiamenti architettonici che diedero grosso modo all'edificio l'impronta attuale. ... Dal 1958 la villa è aperta al pubblico. Sono visitabili 12 ambienti riccamente arredati e affrescati fra cui una biblioteca con 5000 volumi, camere da letto, una stanza per la musica con un fortepiano costruito da Anton Walter di Vienna nel 1798».

 

Bibliografia e Sitografia

http://it.wikipedia.org/wiki/Villa_Cicogna_Mozzoni

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XV sec.

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