Belmonte Calabro (resti del castello feudale)

CENNI STORICI

«Il Castello, oggi scomparso, fu eretto dal Maresciallo del Regno Drogone di Beaumont verso il 1270 e rinforzato di mura di cinta nel XIV sec. dai conti Salvacossa. Lavori di restauro furono effettuati dai Di Tarsia sul finire del XV sec. Basato sulla roccia, di forma quadrangolare irregolare, il castello aveva quattro imponenti torri quadrate ai lati. Appena varcato l´ingresso del muro di cinta vi era uno spiazzo a cielo aperto detto " vaglio del castello ". Da esso si giungeva al corpo di guardia, ai magazzini, alla scuderia, alle stalle per i cavalli e alle carceri. Il vaglio presentava, sulla sua superficie, due aperture circolari, scavate nella roccia e profonde circa quattro metri che servivano per la riserva d´acqua in caso di assedio. Sul lato destro del vaglio una gradinata portava ai tre piani superiori del castello. Di essa non rimangono che pochi gradini. Tra i ruderi si può osservare la fossa di Cardella, un tempo alto e ampio stanzone la cui funzione era di conservazione delle provviste, soprattutto grano. Alla base delle torri quadrate, vi erano delle porte dalle quali si poteva entrare ed uscire. A seconda delle loro posizioni prendevano il nome di porta di mare o porta di terra. Alla porta di terra si giungeva per una via alla fontana vecchia; ad essa si congiungeva l´antica via che i frati cappuccini costruirono per raggiungere direttamente il Castello, cioè la via detta di " Calella". La porta di terra era addossata alla torre che dava sul lato est, da cui iniziava il muro di cinta, che terminava al Muraglio . Proprio vicino il Muraglio vi era la porta di mare, rivolta verso la stradina che univa il castello con il colle Bastia e che proseguiva fino alla Marina. Altre due porte davano sul lato nord: la porta del Vallone, perché posta sopra una valle, e una sul lato sud verso il fiume Veri. A breve distanza dal Castello sorgevano tre piccole torrette di vedetta o guardiole, con funzione di sorveglianza e di allarme. A causa del terremoto del 27 marzo 1638, sabato delle Palme, il castello fu danneggiato ed alcune camere divennero momentaneamente inabitabili. Dopo le opportune riparazioni, continuò ad essere abitato mentre era già in costruzione il Palazzo della Torre, per volere di Giovan Battista Ravaschieri. I danni maggiori si riportarono in seguito al terremoto del 28 marzo 1783, durante il quale crollò il tetto. Seguirono saccheggi di ogni genere, e ad essi si aggiunsero quelli arrecati dall´assedio francese del 1806-07. Quei ruderi, resi pericolanti dal sisma del 1905, furono rasi al suolo dal Genio militare».

Bibliografia e Sitografia

http://www.comunedibelmontecalabro.cs.it/monumenti.htm

Articoli di approfondimento

PROVINCIA

REGIONE

EPOCA

XV sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Buono

AUTORE DELLE AGGIUNTE / CORREZIONI

Prof. Raffaele Licinio

SITO UFFICIALE

IMMAGINI

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