Bardi (fortezza dei Bardi)

CENNI STORICI

Austera e inespugnabile, così si presenta la fortezza di Bardi ai visitatori di oggi come ai contadini di epoca medioevale, che cercavano riparo tra le sue mura per difendersi dai nemici.

Tra i castelli medievali della provincia di Parma, Bardi è di certo quello meglio conservato. La struttura dell'edificio rispecchia l'organizzazione di una fortezza, con tanto di prigioni, sale di tortura e vasti camminamenti.

Costruito strategicamente all’incrocio fra Val Ceno e Val Noveglia, il forte poggia su un gigantesco sperone di diaspro rosso, roccia antichissima nota per le sue venature purpuree. La struttura architettonica del castello è fortemente condizionata dalla conformazione rocciosa su cui posa, e tende quasi a fondersi con essa.

Le origini del maniero si perdono nei secoli lontani delle invasioni barbariche. Il nome stesso del paese, Bardi, dichiara le sue ascendenze longobarde. Tuttavia i primi documenti che ne attestano l’esistenza risalgono all'869 d.C.

Realizzato inizialmente come baluardo contro le scorrerie dei "barbari", è con il dominio dei Landi che la struttura si completa assumendo anche una funzione residenziale.

Più volte rimaneggiato nel corso dei secoli, il castello non ha mai perso la sua fisionomia originaria. Ben distinguibile dal resto del complesso, troneggia il vecchio mastio, coronato da beccatelli quadrati.

L’ultimo principe Landi, Federico II, agli inizi del XVII secolo abbellì il castello con affreschi, soffitti a cassettoni, una biblioteca ed una splendida quadreria, che conservava opere del Botticelli e del Parmigianino. Della preziosa collezione solo una pala è rimasta a Bardi, attualmente conservata nella chiesa della Madonna Addolorata.

Una volta cessato il dominio Landi, il castello passò ai Farnese, e poi ancora i Borbone, iniziando così una parabola discendente che lo portò a un lento declino fino alla trasformazione in prigione militare, a metà dell’Ottocento.

Ma ancora la fortezza di Bardi non si è arresa. Ha ripreso vita e ritrovato l’antico splendore grazie all’apertura al pubblico e all’organizzazione di numerose iniziative.

L'atmosfera viene ricostruita più volte l’anno, talvolta sottolineando gli aspetti più storici o quelli più fiabeschi e leggendari, con un'appassionata attenzione filologica, operazione resa più facile anche grazie allo stato di conservazione praticamente perfetto del maniero.

All’interno delle sale del castello si ricrea per esempio  un ricco e variegato mercatino medievale, dove venditori in abiti d’epoca propongono manufatti, gioielli e libri sempre inerenti al tema portante della manifestazione.

All’esterno poi si susseguono appassionanti scontri d’arme, più che mai realistici per la nota bravura della “Compagnia di San Giorgio e il Drago”, e arricchiti anche dalla presenza degli sbandieratori di Fornovo accompagnati da un piccolo gruppo di arcieri tutto al femminile.

Nella manifestazione una novità inoltre è il bazar “Gilde et speziali”, nel quale dame, cavalieri e nobili signori hanno dato vita ad un Medioevo colorato, con stoffe, fiori e vari oggetti sulla scena.

In questo castello storia e suggestioni fiabesche di un'epoca che fu sanno stregare giovani e adulti, i quali hanno saputo riprendere, seppure dopo tante vicende e tanti sforzi, le fila della propria storia, e ritornare il più possibile allo sfarzo e alla superiorità che diversi secoli fa avevano contraddistinto Bardi.

Bibliografia e Sitografia

https://castelliere.blogspot.com/2015/04/il-castello-di-martedi-14-aprile.html

Articoli di approfondimento

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XIV sec.

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