CENNI STORICI
«La storia del forte di Bard è antica di secoli. La particolare posizione della rocca - situata all'imbocco della stretta gola attraverso cui si accede alla Valle, lungo il corso della Dora Baltea - permise in passato un agevole controllo del passaggio in entrambe le direttrici da e per la Francia. Il forte come lo si vede attualmente fu edificato sotto il regno di Carlo Alberto di Savoia, tra il 1830 ed il 1838, su una preesistente struttura medievale risalente al X secolo ed a sua volta basata fu fondamenta di epoca romana (poco distante, nei pressi di Pont-Saint-Martin, si trovano resti dell'antica strada romana delle Gallie). Documenti storici testimoniano la presenza di fortificazioni nella zona già nel VI secolo, ovvero all'epoca di Teodorico I. Il passaggio del forte, fino ad allora controllato dalla potente signorìa locale dei conti di Bard, al casato sabaudo avvenne intorno alla metà del Duecento, ma solo nel 1661 Carlo Emanuele I, duca di Savoia, detto il Grande, vi fece installare il presidio del ducato nella Valle, dopo lo smantellamento delle vicine piazzeforti di Verrès e Montjovet. Ulteriori opere di consolidamento e potenziamento delle strutture difensive furono poi portate a termine nei secoli successivi. In particolare, la fortezza - il cui attuale restauro ha richiesto oltre dieci anni - deve la sua fama all'essere stata l'avamposto difensivo dell'esercito austro-piemontese che nell'anno 1800 bloccò la discesa in Italia di Napoleone Bonaparte. Quello che era stato definito vilain castel de Bard fu raso al suolo per ordine dello stesso Bonaparte, indispettito dalla strenua resistenza dei soldati sabaudi.
Dovevano passare trent'anni perché Carlo Felice di Savoia, timoroso di nuove aggressioni da parte francese, affidasse nel 1830 il compito di redigere un progetto di ricostruzione all'ingegnere militare I lavori di riedificazione si protrassero per otto anni consentendo la realizzazione di diversi corpi di fabbrica disposti su piani differenti: poste più in basso, su due distinti livelli e ideate a forma di tenaglia, l'Opera Ferdinando e l'Opera Mortai; nella parte centrale, l'Opera Vittorio; più in alto, l'Opera Gola e l'Opera Carlo Alberto. I soldati che potevano essere ospitati nelle 283 stanze del forte erano 416 (il doppio nel caso di utilizzo di giacigli a terra). Il tutto prevedeva inoltre la costruzione di 176 locali di servizio affacciati su un vasto cortile interno che doveva funzionare da piazza d'armi. Il sistema di strutture autonome e dotate di casematte a protezione garantiva una difesa reciproca in caso di attacco. Munizioni e provviste di cibo per tre mesi erano custodite in ampi magazzini ubicati presso l'Opera Mortai, anch'essi vigilati come il resto della fortezza - che ospitò nel 1831 anche un giovane Camillo Benso conte di Cavour, allora tenente del Genio militare - da una cinquantina di cannoni. Caduto in disuso dalla fine del XIX secolo, il forte fu poi adibito fino al 1975 a polveriera dell'Esercito Italiano, dopodiché la proprietà passò alla Regione Autonoma Valle d'Aosta. Dopo una parziale riapertura nei primi anni Ottanta, hanno avuto inizio i lavori dell'atteso restauro. Nel forte nel 2006 è stato aperto il Museo delle Alpi».
Bibliografia e Sitografia
http://www.fortedibard.com/La%20storia/La%20Storia.html
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