BALSIGNANO, CASALE FORTIFICATO

CENNI STORICI

IL CASALE FORTIFICATO DI BALSIGNANO

Il casale medievale fortificato di "Balsignano", situato a metà strada sulla provinciale Modugno-Bitritto, è collocato fra due lame.

La prima documentazione storica su Balsignano è costituita da una pergamena del maggio del 962, conservata presso la basilica di S. Nicola di Bari.

Balsignano si sviluppa fra il X e l'XI secolo come nucleo insediativo fortificato, in posizione eminente e in un'area servita da una diramata viabilità locale.

Il casale di Balsignano è uno degli esempi più illuminanti di quel processo di trasformazione del panorama agrario dell'Italia bizantina che trasformò molti piccoli centri rurali in luoghi fortificati. Distrutto una prima volta nel 988 in seguito ad una scorreria saracena, Balsignano fu subito ricostruito e donato nel 1092 dal duca normanno Ruggero alla lontana abbazia benedettina di S. Lorenzo di Aversa. Nel settembre del 1349, il Casale fu teatro di guerra fra il partito "filoangioino" e quello "filoungherese" che furono impegnati nella complicata lotta di successione dinastica nel Regno di Napoli dopo la morte di Roberto d'Angiò. Infine, Balsignano fu nuovamente devastato e distrutto nel XVI secolo dalle truppe francesi e spagnole che si contendevano l'egemonia nell'Italia meridionale.

Attualmente nel Casale di Balsignano vi sono:

- una parte consistente delle mura, con aperture a feritoia;

- la chiesa di S. Felice, del secolo XI;

- i resti del castello;

- un alto muro a secco di recinzione che chiude al suo interno una corte, e la chiesa di S. Maria di Costantinopoli (sec. XIV).

 

LA CHIESA DI SAN FELICE

La chiesa di S. Felice, risalente al secolo XI, ha sempre attirato su di sé l'interesse di numerosi studiosi italiani e stranieri, che l'hanno sempre considerata uno degli esempi più antichi di struttura a cupola pugliese poiché essa è il risultato di una sintesi originale, legata a complesse vicende storiche, di elementi occidentali, bizantini e orientali di varia provenienza.

La chiesa, ad unica navata a croce contratta che si conclude con un'abside semicircolare, ha la lunghezza di m 9,75, la larghezza di m 4,38 e l'altezza massima di m 8,50; è coperta da una volta a botte, al cui centro si eleva una cupola a tamburo ottagonale, il cui inizio è segnalato da una cornice a gola.

La facciata a Sud, che si presenta come quella principale, è decorata con archetti alternativamente pensili e su lesene; il portale è il risultato di una paziente e valida opera di inserimento in una facciata preesistente. Il motivo conduttore dell'intero manufatto è rappresentato dalla decorazione a denti di sega, dalla quale vengono interessate tutte le parti (facciata, portale, abside, tamburo).

Addossato alla facciata a settentrione vi è un secondo corpo rustico posteriore al primo, anch'esso costituito da un'unica piccola navata absidata.

 

IL CASTELLO E LA CHIESA DI S. MARIA DI COSTANTINOPOLI

Il castello, delimitato da un alto muro a secco, è costituito da due torri a pianta rettangolare, collegate da un corpo a due piani. Da un portale ogivale di buona fattura, forse inserito in un secondo momento, si accede nella corte interna che presenta al suo lato sinistro la chiesa di S. Maria di Costantinopoli, risalente al XIV secolo.

Due distinti corpi di fabbrica, appartenenti a due chiese addossate, formano la struttura di S. Maria di Costantinopoli: il primo è costituito da un'unica navata rettangolare che conserva ancora due interessanti affreschi (S. Lucia e un santo vescovo); il secondo è anch'esso ad unica navata con abside semicircolare affrescata; le volte sono a botte a sesto acuto. Questo secondo corpo potrebbe essere solo una parte di una chiesa più grande che non sarebbe stata mai completata: la serie di arcate con intradossi affrescati, visibili sul muro a sud davanti al prospetto, confermerebbe tale tesi.

 

IL VILLAGGIO NEOLITICO

Su un pianoro che si affaccia su un tratto della lama Lamasinata, in località Balsignano, agli inizi degli anni Novanta, è stato individuato un consistente insediamento neolitico (fine VI-inizio V millennio) che si estende per due ettari, dista quindici chilometri circa dalla costa adriatica e si trova a quota 82 s.l.m.

I saggi di scavo, condotti dalla Soprintendenza Archeologica della Puglia e finanziati dal Comune di Modugno, hanno individuato due capanne, tre sepolture e 10.000 reperti della civiltà del neolitico antico (oggetti vari in selce e ossidiana, macine, percussori, semi di piante, frammenti di vasi e di argilla di copertura delle capanne). Gli studi condotti sino ad oggi sul villaggio neolitico di Modugno sollecitano una ridefinizione per il territorio della provincia di Bari della frequentazione umana in età neolitica che si riteneva interessasse soprattutto la costa.

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X sec.

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