Arvier (castello di La Mothe)

CENNI STORICI

«Il castello La Mothe, risalente alla fine del XIII secolo (1290), sorge su di un’altura rocciosa che domina il borgo di Arvier e sovrasta la chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Sulpizio ed Antonio. I resti ancora visibili appartengono ad una cinta muraria, ancora in buone condizioni, ad una torre localizzata ad ovest, ad un corpo di fabbrica ad essa appoggiato e ad una seconda torre, a sud, nella quale era collocata una scala. Dalle risultanze di un’indagine archeologica effettuata di recente, è emerso come il castello abbia subito diverse fasi di trasformazione. Ad oggi, della prima fase, rimane soltanto una grande quantità di legno (datato tramite la dendrocronologia al 1236-1237) che fu riutilizzato nelle successive edificazioni. Il nucleo originario di tutto il complesso, ancora in buono stato di conservazione, risale, invece, alla seconda fase (XIV secolo). Si tratta di una costruzione residenziale dislocata su quattro piani illuminati da diverse aperture e dotata di tetto con merlatura. La terza fase di trasformazione (XV secolo) fu caratterizzata dal rifacimento e dall’allargamento della cinta muraria e dalla costruzione di due corpi di fabbrica posti ad est del torrione principale, i cui scarsissimi resti non permettono un’identificazione riguardo alla loro destinazione. Durante il XVI secolo (quarta fase di trasformazione), furono costruiti due nuovi edifici: il primo, un grande blocco centrale, permetteva il collegamento tra i due corpi di fabbrica già esistenti. Questa nuova struttura abitativa si articolava su tre piani, suddivisi al loro interno da tramezzature lignee. Al primo piano sono stati rinvenuti i resti di un camino di elevata qualità artistica, il che fa supporre che questi ambienti erano abitati da nobili. L’importanza di questo piano è confermata dal fatto che le quote delle sue pavimentazioni hanno condizionato quelle del torrione trecentesco. Il secondo consiste, invece, in un vano scalare, edificato in appoggio, che si sviluppa anch’esso su tre piani. La scala che lo occupava era elicoidale, con gradini in pietra che verso l’esterno s’inserivano nel muro perimetrale, mentre verso l’interno poggiavano su una colonna centrale in muratura.

Questa scala serviva a mettere in comunicazione i diversi piani e la sua presenza induce ad ipotizzare la mancanza di raccordi interni verticali negli altri edifici. A quest’epoca sono, inoltre, riferibili numerose aggiunte decorative e strutturali, quali l’ulteriore ampliamento della cinta muraria, la realizzazione di un nuovo portale d’ingresso dalla decorazione particolarmente curata e l’esecuzione, nel corpo residenziale, di alcuni affreschi a soggetto naturalistico. Infine, la quinta fase è riconducibile al XIX secolo, quando gli ambienti del castello parzialmente abbandonato vennero ulteriormente parcellizzati con tramezzature o muri interni e destinati ad attività rurali: in particolare il piano terra del torrione fu trasformato in un ricovero per gli animali. L’impronta ruralizzante, concentratasi prevalentemente sui piani terreni, ha in parte risparmiato invece quelli superiori. Nel corso dei secoli il castello appartenne a diverse famiglie nobili. In origine l’edificio, unitamente alle terre circostanti, era un possedimento della locale famiglia nobile de Arverio la cui ultima erede sposò, nella seconda parte del XIII secolo, il nobile savoiardo Aymar de La Mothe, che gli diede il nome. Il castello, sempre per via matrimoniale, passò poi nelle mani dei Signori d’Avise ed, infine, a partire dalla fine del XVII secolo fu tenuto in consignoria dalle famiglie nobili Lostan e Sarriod de la Tour, che, non risiedendovi e non effettuando più alcuna manutenzione, lo ridussero di fatto in uno stato di abbandono. Attualmente, il castello La Mothe è di proprietà del Comune di Arvier che, grazie a finanziamenti regionali ed europei, ha promosso un’approfondita indagine archeologica, ormai conclusa, ed ha provveduto a ricostruirne il tetto, a consolidarne le strutture murarie ed a risistemare l’area adiacente che, in varie occasioni, è stata utilizzata per la messa in scena di spettacoli musicali e teatrali. ...».

Bibliografia e Sitografia

http://www.arvier.eu/beni-storico-artistici.html

Articoli di approfondimento

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XV sec.

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