ARPAIA (torre campanaria di San Ferdinando)

CENNI STORICI

«La torre campanaria e l’attigua cappella costituiscono, insieme ai ruderi di murature a tratti affioranti dal terreno nelle vicinanze, le residue testimonianze del complesso abbaziale di San Fortunato, situato a ridosso del monte Castello, alle pendici meridionali del massiccio del Partenio. La vicinanza con la città murata di Arpaia, di epoca longobarda, e i caratteri architettonici degli archi a tutto sesto in pietre di tufo giallo con modanature lavorate a toro suggeriscono l’attribuzione del primitivo impianto all’VIII secolo, in analogia con la chiesa di S. Antonio Abate, situata al margine, opposto dello stesso abitato, lungo la via Appia, anch’essa ridotta a rudere ed interrata al di sotto di un’area utilizzata a giardino. Dall’esame della torre campanaria e della cappellina, che utilizza come pronao campate di volte a crociera, che si presume facessero parte di un chiostro porticato, si può formulare l’ipotesi, da verificare attraverso saggi di scavo archeologico stratigrafico, di un impianto abbaziale perimetrato da una cinta fortificata, in cui si accedeva attraverso l’atrio voltato della torre, secondo lo schema distributivo adottato dai Benedettini a Montecassino. Nelle murature del primo ordine della torre non si riscontrano sul fronte interno segni do ammorsature con altri corpi edilizi che possano far supporre una funzione di atrio di accesso alla Chiesa, come accade invece in altri edifici religiosi altomedievali della zona, quali S. Angelo in Munculanis a S. Agata dei Goti. L’insediamento abbaziale, documentato dalle fonti note a partire dal 1278, subì in tale epoca trasformazioni testimoniate dalla bifora conservata all’ultimo ordine della torre, che risulta ricavata dal frazionamento dell’arco in conci di tufo preesistente, tramite interposizione di una colonnina in pietra, presumibilmente di spoglio. Trasformazioni volumetriche o distributive del complesso abbaziale hanno nel tempo comportato la tamponatura dell’arco interno dell’originario portale di accesso e l’addossamento alla torre di una volta rampante e di una sovrastante falda di copertura, del cui innesto sulla muratura del secondo ordine restano evidenti tracce. Dai pochi ruderi rimasti visibili allo stato attuale non è possibile desumere la funzione nell’insediamento abbaziale di tale corpo aggiunto, da cui era previsto l’accesso al primo calpestio della torre campanaria e, attraverso la scala a chiocciola in blocchi di pietra, la salita all’ultimo ordine. ...».

Bibliografia e Sitografia

http://www.ambientece.arti.beniculturali.it/soprintendenza/didattica/2006-07/Castelli%20e%20borghi/arpaia.htm (a c. di Flavia Belardelli)

Articoli di approfondimento

CITTÀ

PROVINCIA

REGIONE

EPOCA

XIII sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Buono

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