Aosta (castello Jocteau)

CENNI STORICI

«Il Castello Jocteau, detto anche Castello Duca degli Abruzzi o Castello generale Cantore, è uno dei tre castelli valdostani costruiti nel XX secolo: gli altri due sono il Castel Savoia a Gressoney e il castello Baron Gamba a Châtillon. Il castello fu fatto costruire nel 1907 per volere della baronessa Candida Jocteau Bombrini, moglie di Charles-Albert Jocteau, e restò nelle disponibilità dei baroni per quasi trent’anni. I Jocteau erano un’antica famiglia savoiarda originaria di Grenoble e al servizio del Regno d’Italia a partire dal Risorgimento. Negli anni Trenta si sentiva l’esigenza di accrescere le conoscenze sulle tecniche di armamento ed equipaggiamento alpino e soprattutto di preparare adeguatamente allo sci-alpinismo i quadri che avrebbero dovuto addestrare e guidare le truppe nello scenario alpino. A questo scopo venne inaugurata il 9 gennaio 1934 la Scuola centrale militare di alpinismo (SCMA), la cui nascita fu salutata con benevolenza anche dal papa alpinista Pio XI. Per l’occasione, lo Stato concluse l’acquisto del Castello Jocteau per un milione di lire – una cifra considerevole per l’epoca – considerato sede adeguata e di prestigio per il suo comando fino ad allora allocato in locali di fortuna ad Aosta. Nel 1936, In onore di Luigi Amedeo di Savoia-Aosta, morto il 18 marzo 1933 in Somalia nel villaggio “Duca degli Abruzzi”, la scuola fu subito ribattezzata Duca degli Abruzzi, così come il battaglione omonimo aggregato alla Scuola centrale militare di alpinismo. Anche il castello, di conseguenza e complice l’iscrizione a lettere d’acciaio sulla massiccia torre cilindrica, venne chiamato con questo nome. La scuola di addestramento sciistico-alpinistico era di eccellenza e passarono al castello i migliori alpinisti e sci-alpinisti italiani dell’epoca. Nel 1938 ricevette la concessione dello stemma araldico, avente per motto Ardisci e credi. Durante il periodo tra il 1942 e l’8 settembre 1943, per la sua buona fama, alla scuola vennero indirizzati per l’addestramento anche reparti che esulavano dalle sue normali funzioni: si addestrarono eccezionalmente “i reparti destinati all’attacco di Malta che non si farà mai”, si sperimentarono “mezzi cingolati da neve che non verranno mai usati” e “infine, l’ordine più strampalato: addestrare cani per farne portaordini”.

Dopo l’armistizio di Cassibile, il castello venne saccheggiato: oltre ai mobili di prego vennero trafugate le attrezzature sportive più all’avanguardia e i volumi più preziosi della biblioteca, mentre si salvò la bandiera dell’istituto. Fino al1945 l’edificio venne trasformato in bivacco e prigione militare. Finita la guerra, il 25 aprile 1945 su iniziativa del colonnello Boffa ospitò il reparto alpino del Corpo di Liberazione Nazionale che riuscì a recuperare una parte del materiale saccheggiato e a risistemare il giardino; in onore di Antonio Cantore il castello prese quindi il nome di Castello generale Cantore. La scuola venne ricostituita il 1º luglio 1948 come Scuola Militare Alpina (SMALP) e riprese le sue attività il 22 agosto 1948, accrescendo la fama già conquistata prima della guerra e richiamando con i suoi corsi alpinisti da tutto il mondo e di tutti gli strati sociali. Nel 1998 la Scuola Militare Alpina passò sotto il controllo del Comando Truppe Alpine e divenne Centro Addestramento Alpino. Il castello non è visitabile se non in rare occasioni: per esempio, il 4 maggio il castello Jocteau da qualche anno aperte le porte del piano terra per l’anniversario dell’Esercito italiano all’interno delle iniziative nazionali delle caserme aperte al pubblico. Il castello, di proprietà del demanio militare e non visitabile, ospita il comando della Scuola Militare Alpina di Aosta e un piccolo museo dell’alpinismo.

Il castello si trova a 654 m s.l.m. sulla collina di Beauregard a nord-est di Aosta e gode del panorama sulle cime del monte Emilius e della Becca di Nona. In posizione rialzata rispetto ad Aosta, il castello è a circa cento metri dall’antico alveo glaciale, per millenni catenaccio (in francese e in patois valdostano verrou) tra le valli del Gran San Bernardo e del Buthier. Le colline intorno al castello non raggiungono i 900 m di altezza e sono coperte di vigneti. Al limitare nord della proprietà militare, in un prato posto su di un rilievo tondeggiante, si conservano tracce di un tumulo funerario dell’età del ferro, probabilmente appartenuto ad un capo dei Salassi. Il castello in un secolo di vita non ha subito rimaneggiamenti architettonici significativi. L’edificio, di tinta chiara e ben visibile anche dall’envers, fu realizzato nei primi del Novecento dall’ingegnere torinese Ottavio Invrea, coordinatore dei lavori eseguiti della ditta Bianchi di Aosta, su progetto dell’architetto Carlo Ceppi. La linea delle torri rimanda visibilmente a Castel Savoia, eretto solo due anni prima e di probabile ispirazione per l’architetto, lo stile architettonico dell’intero edificio è eclettico ed elegante, con una struttura massiccia ingentilita dall’alternanza di torrioni a pianta quadrata e circolare. Nell’ala nord-ovest dell’edificio si trova una cappella in stile neogotico a pianta rettangolare e dalla volte a crociera; la facciata presenta un portico affrescato ed è sovrastata da un piccolo campanile a due campane con finestre a bifora. L’ingresso è caratterizzato da una porta in ferro sopra la quale si trova un bassorilievo, dono Rivetti, raffigurante un sacerdote e due soldati. La cappella si apre a destra su una cappellina e sulla sagrestia. Il castello dispone anche di un suo acquedotto privato. ...».

Bibliografia e Sitografia

https://castlesintheworld.wordpress.com/2013/04/24/castello-jocteau/

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