Andria (palazzo ducale, porta Sant’Andrea)

CENNI STORICI

Palazzo Ducale. La tradizione vuole che il Palazzo sia sorto sulle fondamenta di una costruzione fortificata di epoca sveva ma l'ipotesi è da verificare. Si dice anche che qui sia nato Corrado IV di Svevia nel 1228. A ridosso dell'abside della Cattedrale, si notano i resti di impianto umanistico-rinascimentale risalenti ai Del Balzo, duchi della città dal XIV al XVI secolo. L'aspetto attuale venne dato da Fabrizio Carafa, nel secolo XVI, quando il Palazzo fu ampliato e assunse un aspetto principesco. Verso la metà del XIX secolo fu venduto agli Spagnoletti-Zeuli che aggiunsero un nuovo corpo di fabbrica di fronte a piazza "Catuma". Nei primi del '900 si ristrutturò il lato prospiciente piazza La Corte.

Porta Sant'Andrea. La Porta di Sant'Andrea è l'unica superstite delle quattro porte della città e ricorda il legame tra Andria e l'imperatore Federico II di Svevia. Nelle sue vicinanze sorgeva una omonima chiesetta, abbattuta negli anni '50 assieme all'omonimo quartiere detto "Grotte". La struttura attuale è stata costruita nel 1593 in relazione, sembra, con l'invenzione con l'immagine sacra della Madonna dei Miracoli avvenuta nel 1576, nella cui direzione essa si apre. La data è incisa in maniera poco leggibile al di sopra della chiave dell'arco alla base di un grandioso stemma centrale, oggi scomparso. Sulla sommità della facciata tardo rinascimentale si trova incisa la seguente iscrizione: IMPERATOR FEDERICUS AD ANDRIANOS / ANDRIA FIDELIS NOSTRIS AFFIXA MEDULLIS. Al di sotto di questa epigrafe, in luogo del citato stemma centrale, è murata una epigrafe apocrifa che reca l'iscrizione "1230". L'iscrizione si riferisce all'episodio riportato dalla tradizione secondo la quale nel 1229 l'imperatore Federico II di Svevia, di ritorno dalla Crociata detta anche "Crociata degli scomunicati" sbarcando in Puglia trovò numerose città in rivolta mentre solo Andria gli testimoniò amicizia e fedeltà. Sempre secondo la tradizione, nei pressi della porta sarebbe avvenuto l'incontro tra Federico II di Svevia ed i rappresentanti delle famiglie nobili della città (Quarti, Curtopassi, Marulli, Conoscitore e Fanelli) che gli tributarono fedeltà. In tale occasione l'Imperatore avrebbe dettato il citato esametro "Andria fidelis nostris nostris affixa medullis", poi inciso sulla sommità della porta. Per questo motivo la porta è chiamata dal volgo anche con il nome di "Arco di Federico". Nella seconda metà del XVIII secolo la facciata fu sopraelevata con un fastigio barocco in tufo, ben distinguibile dalla parte sottostante in pietra calcarea.

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Bibliografia e Sitografia

http://www.proloco.andria.ba.it/monumenti.php#palazzoducale

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CITTÀ

REGIONE

EPOCA

XVI sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Buono

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