CENNI STORICI
Porta Santo Stefano (o Porta delle Grazie) sorge nel tratto di cinta muraria compreso tra la lunetta Santo Stefano e il Campo Trincerato della Cittadella, proprio in corrispondenza dell'arrivo della strada - un tempo ben più importante di ora - che dal Piano San Lazzaro conduce in città attraverso la via che porta lo stesso nome. Questo importante ingresso della città è rappresentato da una severa costruzione in laterizio con coronamento in pietra d'Istria, eretta dai Francesi che avevano già delineato in terra questo tratto di cinta, restaurata ed ampliata nei nuovi lavori nell'ambito della Piazzaforte di Prima Classe, in epoca post-unitaria. Vi sono 14 locali casamattati della superficie di mq. 560, a destra ed a sinistra della porta. Cinque di questi sono per il ricovero truppe, altri cinque per immagazzinare materiale d'artiglieria e del Genio; gli altri quattro sono divisi in più piccoli vani per corpo di guardia, Ufficiale di Picchetto, alloggio Ufficiali, prigione e servizi. Vi è anche installato il posto di controllo del Dazio di Consumo. Il sottotetto della costruzione è protetto con spesso strato di sabbia. L'impianto è molto simile a quello di Porta Cavour, ma meno monumentale. Anche le dimensioni sono ridotte: vi è un unico varco che, tramite un ponte in legno, mette in comunicazione con la controscarpa. Internamente la porta si presenta con un bugnato liscio in mattoni rossi a corsi orizzontali con un unico stacco di colore dato dalla pietra d'Istria che nella parte inferiore forma uno zoccolo basso e continuo. La parte alta è attraversata da una semplice modanatura che rende l'impressione dei pilastri. Tale modanatura, ripiegandosi senza soluzione di continuità in corrispondenza delle arcate riprende la tradizione neo-rinascimentale già incontrata nella Porta Cavour. Anche il coronamento in pietra d'Istria è semplice ed è composto da un cornicione in leggero aggetto rispetto al piano principale di giacitura della facciata. Per differenziare la parte occupata dalle strutture ausiliarie adiacenti il progettista Giuseppe Morando realizza i corpi di fabbrica laterali invertendo i colori utilizzando pietra bianca del Conero ed evidenziando le arcate con il mattone rosso. Questo fa sì che la porta sia ben definita pur rimanendo inglobata in una struttura più ampia. Esternamente la facciata, sempre in mattoni, ha un bugnato con un unico fornice centrale e si presenta massiccia ed imponente nonostante le modeste dimensioni. In questo caso, la pietra d'Istria viene usata esclusivamente nel basamento e nella corona senza eccessive modanature per lasciare l'aspetto semplice ma possente come s'addice ad una porta di difesa della città. ...
Porta Cavour. Inserita nell'ambito della cinta muraria ottocentesca che chiudeva Ancona dal forte Cardeto alla Lunetta Santo Stefano, era il passaggio dall'interno all'esterno della città. Oggi non più esistente, la porta si trovava nella massima depressione del tratto di mura in cui era inserita, esattamente nell'attuale attraversamento pedonale tra piazza Cavour e Largo XXIV Maggio (sede del Municipio). La porta era a doppio androne con due ponti fissi di legname per superare il fossato. La porta era una imponente costruzione in muratura rivestita con pietra d'Istria, in stile classicheggiante. A destra ed a sinistra di Porta Cavour si avevano 20 locali casamattati della superficie totale di mq. 1.200. A destra della porta e sopra i locali casamattati vi erano 4 casematte della superficie di mq. 80 con tre cannoniere alla Haxo. Questi 4 locali erano collegati alle gallerie di scarpa ed erano destinati a corpo di guardia, Ufficiale di Picchetto, ricovero truppa, scuderie, ripostigli, riservetta, servizi. Un locale era assegnato ad uso civile per Pesazione della imposta del Dazio di Consumo. La facciata esterna in pietra d'Istria era composta da sei paraste a bugnato grezzo che incorniciavano i due fornici a sesto ribassato e sorreggevano un architrave a trifogli ed un basso coronamento. Il tutto le conferiva un aspetto massiccio e compatto così da infondere una impressione di resistenza e forza come si addice ad un ostacolo che compare di fronte ad un nemico. Il fronte interno di presentava più elegante, sia perchè non doveva incutere timore, ma anche per chiudere armonicamente la scena della omonima piazza sul lato est. L'architetto progettista Giuseppe Morando raddoppiò il numero di arcate e le incorniciò con semicolonne binate in pietra d'Istria con capitelli di ordine dorico (evidente riferimento alle origini di Ancona), ma più slanciate e snelle, che sorreggevano un alto architrave tripartito sporgente rispetto alle mura ed un coronamento anch'esso in pietra decorato con motivi geometrici. Le campate laterali si presentano cieche e i suoi archi incorniciano finestre ad arco evidenziate con un profilo in pietra, motivo che prosegue idealmente ai due lati della porta.
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XIX sec.
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