Amantea (torre Civita del castello)

CENNI STORICI

«È posta a dominio visivo di un ampio tratto di costa tirrenica, a nord fino a Capo Bonifati (CS) e a sud per tutta la costa vibonese fino a Briatico (VV). È all'estremità ovest dell'ampio pianoro che accoglie il castello posto ai margini est della spianata. La torre sovrasta la sottostante chiesa di S. Francesco d'Assisi edificata in una piccola spianata a pochi metri dalle mura di contenimento del pianoro. La struttura è in rovinosa decadenza pur mostrando interamente le fattezze architettoniche. Si osservano ancora i merli, una scala interna a chiocciola, un ambiente logistico, una cavità ricavata sulla parete interna simile ad un forno in muratura. I visitatori più curiosi osano l'accesso all'interno, sconsigliato, per ammirare la vista panoramica dall'alto. Da qualsiasi angolazione del luogo è possibile godere di panorami mozzafiato soprattutto al tramonto. L'ampio terreno intorno alla torre, in primavera, è rigoglioso di asparagi, finocchietti selvatici, marella. nel periodo pasquale offre significativi cespugli di ramoscelli spinosi per le corone utilizzate dai confratelli durante la processione delle Varette. Fino agli anni '60 il pianoro era coltivato con presenza ulivi, fichi, vigne e varie verdure. I ragazzi del borgo erano affezionati visitatori del castello... e delle piante.

[La torre] Si eleva sulla spianata di coronamento del rilievo collinare roccioso che sovrasta l’antico nucleo urbano di Amantea, cinta sugli orli da una cortina muraria, nei pressi della porta d’accesso che immette sul pianoro delle fortificazioni, in posizione lievemente inclinata verso il mare. Con il toponomo “civita” viene tradizionalmente indicato l’abitato antico di Amantea (civica). Impostata su base circolare è perfettamente cilindrica, con muratura che cade a filo su un basamento poligonale. Per la tipologia e le linee d’impianto, la sua costruzione può farsi risalire all’epoca sveva (sec. XIII). La muratura è formata da conci di arenaria informi o rozzamente squadrati non interposti ciottoli di fiume e zeppe di laterizio allineate con intonaco di malta. Si notano lunghe feritoie rettangolari praticate all’altezza dei diversi piani per dar luce all’interno e permettere ai difensori l’osservazione dei luoghi circostanti, e una seppur limitata difesa con archi e balestre. Sono visibili una caditoia per la difesa piombante e tracce di mensole di coronamento a tre masselli, che un tempo dovevano sorreggere l’archeggiatura, il parapetto a sbalzo e le caditoie per il fiancheggiamento verticale, non più presenti per il crollo della copertura. La porta d’accesso alla torre, sopraelevata rispetto al suolo, era posta all’altezza del profondo squarcio che si vede nel paramento murario ed era raggiungibile tramite un avancorpo con scala esterna che si raccordava all’ingresso mediante un ponte levatoio. La comunicazione tra i piani avveniva attraverso una stretta scala inserita nello spessore della muratura con svolgimento elicoidale. Sulla muratura interna si scorgono gli intacchi per sostenere i solai e i fori per l’inserimento delle travi. Sotto la dinastia sveva, nella prima metà del 1200, si avvia, per l’antico abitato di Amantea, il processo di incastellamento con erezione della torre della “civita”, a tutela del sottostante nucleo insediativo, e del castello, più defilato verso la zona orientale della spianata di coronamento e in comunicazione visiva con essa, a sorveglianza della valle del fiume Catocastro, unica via naturale per raggiungere Cosenza da questo tratto di costa. È in quest’epoca che Amantea, per la sua importanza strategica, viene assegnata al Regio Demanio».

Bibliografia e Sitografia

http://www.webiamo.it/calabria/172-comprensori/basso-tirreno-cosentino/amantea/beni-architettonici/3527-amantea-torre-civita-castello.html

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