Agazzano (rocca e castello Anguissola Scotti)

CENNI STORICI

Al maniero è legata (nel 1500) la tragica morte di una singolare figura di avventuriero: il conte Pier Maria Scotti detto "il Buso". Data la scarsa documentazione, non si è in grado di seguire le vicende di Agazzano (l'Aricazano della Tavola Alimentaria Veleiate) dall'Alto Medioevo fino al secolo XIII, quando venne saccheggiato dall'esercito condotto dal vicario imperiale Federico II di Svevia, marchese di Hohenburg. In seguito il borgo acquistò una notevole importanza divenendo la piccola capitale dei feudi degli Scotti, ai quali pare fosse stato concesso anche il diritto di tenervi mercato; tuttavia non divenne mai un rilevante centro politico a causa della sua posizione, lontana dalle arterie di grande transito e allo sbocco di una valle chiusa. A causa della forte rivalità degli Arcelli, che avevano possedimenti nella contigua Valtidone, gli Scotti non riuscirono a consolidare la loro posizione; anzi, accusati di ribellione dagli Arcelli stessi, vennero privati dei loro beni da Filippo Maria Visconti. Attraverso un documento del 20 settembre 1412 (conservato presso l'Archivio di Stato di Milano) apprendiamo che le proprietà confiscate ai fratelli Alberto, Pietro , Giovanni Scotti e che comprendevano il territorio di Castel San Giovanni, il fortilizio di Sarmato, oltre a quello di Agazzano, vennero assegnate ai loro rivali, fratelli Bartolomeo e Filippo Arcelli, i quali si impegnarono ad appoggiare i Visconti. Tuttavia, tre anni dopo, gli Scotti, che avevano fatto ricorso contro la sentenza ed erano riusciti a dimostrare la loro innocenza, ritornarono in possesso dei feudi. Il castello di Agazzano era però a quel tempo di proprietà della nobile famiglia dei Figliagaddi, i quali il 17 luglio 1431 lo vendettero al conte Alberto Scotti; successivamente (1475) gli stessi feudatari ottennero l'autorizzazione a riedificarlo. Ad esso è legata la tragica morte di una singolare figura di avventuriero, il conte Pier Maria Scotti, meglio conosciuto con il soprannome di "il Buso". Questi nel 1514, non avendo avuto dalla Camera Apostolica l'appalto dei dazi (che gli avrebbe dato notevoli vantaggi economici), passato dal partito guelfo a quello ghibellino, cominciò ad accanirsi contro gli ex alleati. Per i suoi delitti venne bandito dalla città e anche scomunicato dal pontefice Leone X, le cui truppe riuscirono a sconfiggerlo sotto le mura di Piacenza. Qualche anno più tardi, all'epoca del dominio di Luigi XII di Francia, "il Buso" capeggiò una sollevazione espugnando vari fortilizi del contado. Mentre gli imperiali, con il suo aiuto, si preparavano ad attaccare Castel San Giovanni, egli con un gruppo d'armati tentò di prendere il castello di Agazzano che allora apparteneva al conte Giuseppe Scotti e a sua madre, Luigia Gonzaga. La rocca resistette, ma per poco, perché "il Buso" l'espugnò con l'aiuto di alcuni pezzi di artiglieria e si impadronì di tutto ciò che conteneva: notevoli quantitativi di frumento e vino, utensili, gioielli, denari, dando il via al saccheggio. Ma Astorre Visconti, un fuoruscito milanese suo alleato (con il quale pare che "il Buso" si fosse accordato per prendere la rocca), non appena fu informato della partenza dello Scotti da Castel San Giovanni lo raggiunse ad Agazzano, dove, ritenendosi da lui giocato perché si opponeva alla spartizione del bottino (negando "il Buso" che fosse stato dato al Visconti un notevole apporto nella fase finale dell'assedio), sconvolto dall'ira, fece uccidere lo Scotti e gettare il cadavere nel fossato del castello dove pure fu sepolto.

OGGI - Il castello è a pianta rettangolare con due torrioni rotondi agli angoli della fronte principale orientata a sud-est, nel centro della quale s'innalza la torre in corrispondenza dell'ingresso. Davanti a questo si trova un ponte (ora in muratura e un tempo levatoio) preceduto da un rivellino, non molto elevato, ma di notevole importanza e a cui si accedeva attraverso un altro ponte levatoio. Sull'opposto lato di nord-est si nota un apparato simile nel quale tuttavia la torre d'ingresso sporge dal filo della fronte. All'interno del fortilizio è un suggestivo cortile circondato su tre lati da un elegante loggiato, le cui colonne hanno i capitelli ornati di stemmi e al quale portano due opposte rampe di scale. Sul fondo del cortile si affaccia il corpo di fabbrica rettangolare che costituisce l'altra parte del complesso attribuibile al tardo Rinascimento. Alla fine del secolo XVIII accanto ad esso, su parte delle fondazioni dell'antico castello, venne costruito un palazzo residenziale con pianta ad "U", aperto verso il paese, bene armonizzato con il resto della costruzione e attualmente circondato da un bel parco.

Bibliografia e Sitografia

http://www.castellodiagazzano.com/

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XIII sec.

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Museo

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