CENNI STORICI
Il centro storico si sviluppa lungo il crinale di un colle, con andamento perfettamente nord-sud, i cui poli iniziale e finale sono rappresentati da due emergenze religiose: la chiesa di san Martino a nord e quella della Consolazione a sud. Lungo l'arteria centrale affaccia il tessuto edilizio, composto da edifici di edilizia minore ma, anche, da numerosi edifici nobiliari che presentano portali decorati, mensoloni e maschere apotropaiche le cui lavorazioni richiamano alle vicine maestranze di scalpellini roglianesi. Il centro storico oggi appare stratificato e con una veste nettamente settecentesca e ottocentesca ma, ad uno sguardo attento, appaiono chiare alcune tracce delle origini medievali riscontrabili in alcuni archi a sesto acuto e in partiti murari in pietre sbozzate. Scriveva Gabriele Barrio, erudito del '500, che il territorio cosentino contava circa cento borghi, molti per grandezza uguali a villaggi, divisi in ventidue Baglive (la Bagliva era la giurisdizione fiscale introdotta al tempo dei Normanni). Quei borghi, in parte scomparsi, formano oggi i comuni dell'hinterland cosentino: tra questi il comune di Malito. L'opinione prevalente degli storici collega l'origine dei Casali all'occupazione saracena della seconda metà del X secolo, quando gran parte della popolazione di Cosenza, saccheggiata e messa a fuoco dai Saraceni, cercò rifugio nelle campagne. Scongiurato il pericolo delle invasioni turche e iniziata la ricostruzione di Cosenza, non vi fu quel riflusso verso la città e i Casali rimasero abitati, seguendo le vicissitudini della "madre" Cosenza e delle sue dominazioni. In quel tempo c'era anche l'"Universitas Casalium", ente per la gestione dei territori della Sila. Ogni Casale aveva il suo "Parlamento", che eleggeva il "Mastrogiurato" nonché i rappresentanti da inviare al Consiglio dell'Università che si riuniva nella Chiesa Madre di Cosenza. Il Parlamento del casale si riuniva invece al suono della campana o nella propria chiesa principale o sul sagrato della stessa. fu infeudata al granduca di Toscana, dal cui dominio si sottrasse poco dopo, a seguito della vittoriosa rivolta di Celico. Col nuovo assetto amministrativo dato dai francesi al regno di Napoli, all’inizio dell’Ottocento, fu inserita dapprima, quale università, nel cosiddetto governo di Carpanzano e poi tra i comuni del circondario facenti capo a questa piccola comunità, nella cui giurisdizione fu mantenuta anche dai Borboni. Il terremoto del 1905 vi causò vari danni.
Bibliografia e Sitografia
https://www.paesionline.it/italia/guida-malito
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EPOCA
IX sec.
STATO DI CONSERVAZIONE
Buono
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