CENNI STORICI
«Arpaia, piccolo centro della Valle Caudina situato al limite della provincia di Caserta, domina con la sua posizione strategica la storica Gola delle Forche Caudine, luogo della pesante umiliazione inflitta dai Sanniti ai Romani. Questo piccolo centro, posto ai piedi dei Monti Meridionali del Partenio, dove declinano dolcemente nel fondovalle dei Suessolani, è dominato dalle rovine di un Castello-Fortezza che si erge su un largo terrazzo roccioso le cui radici si perdono tra il secolo VIII ed il secolo XII. Questo fortilizio, sorto a guardia della Via Appia, dal Passo di Arpaia, si immetteva nella Valle Caudina che per molti secoli fu terra di feudi e di conquiste. Se consideriamo poi, che questa cittadella è stata quasi sempre un luogo di confine tra il Sannio e la Piana della Campania, ci si convince che vi dovette essere un presidio ben fortificato. Si presume siano stati prima i Sanniti e poi i Romani a fortificare l'altura, costruendovi rocche e salde difese che nel corso dei secoli hanno cambiato padrone ed aspetto. Questi imponenti manufatti, con le robuste murazioni, fanno pensare che si tratti di una delle più grandi opere di fortificazione esistenti nel Sannio. Sulla sinistra del poderoso fortilizio, prospiciente al paese, la murazione della cortina è preceduta da un fossato, protetto da una controscarpa e da una muraglia semicircolare con assetti in pietra calcarea. Sulla destra, il muro protettivo va a collegarsi con la più estrema murazione di difesa che si sviluppa su un vasto perimetro che va dal lato prospiciente al Castello di Arienzo a quello che si affaccia sul Valloncello.
Questi ciclopici manufatti costituiscono la prima cinta difensiva, che il nemico avrebbe dovuto espugnare. Tra questi poderosi avanzi e la cinta difensiva della cortina, si apriva una grande scarpata, animata da piccole postazioni di vedetta, come tanti fortini, capaci di controllare l’entrata e l’uscita dal castello. Il sistema difensivo completava la sua funzione protettiva sul Vallone San Berardo e sul Valloncello, con una murazione alta circa cinque metri e con un fossato. La muraglia descrive un semicerchio verso la gola del Monte Parature e prosegue inerpicandosi sulle masse rocciose del Burrone che si affaccia sulla zona di S. Fortunato. Sulla sinistra dell’impostazione planimetrica, in terza posizione, tra la prima e la seconda cinta muraria, spicca, arditamente impostata, una struttura a guisa di mastio, capace di controllare il versante del Monte Tairano, quello di piana Maggiore e il Monte Olivella. Seguendo la direttrice del mastio, al centro della poderosa fortificazione, all’altezza di alcuni metri, si apre l’ingresso principale, protetto da due rivellini, entro i quali si azionava un ponte levatoio. Dal rivellino di destra, la murazione, seguendo un tracciato quasi poligonale, va a degradare sui dirupi rocciosi, sfruttando il vantaggio della difesa naturale. Al centro della complessa planimetria castellana, si ha motivo di scorgere imponenti masse murarie, molte delle quali sono ancora interrate. Le cose che sono attualmente rilevabili del Castello-Fortezza sono la complessa planimetria e gli elementi portanti dei vari alloggiamenti, a tratti intervallati, e la cortina che ci porta verso un nucleo centrale, dove è chiaramente leggibile il parametro abitativo. ...».
Bibliografia e Sitografia
http://www1.asmenet.it/arpaia/index.php?action=index&p=224 (da Lorenzo Di Fabrizio, Arpaia Longobarda, 1999)
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