CENNI STORICI
«In una amena e lussureggiante vallata incastonata tra il monte Bulgheria (a levante) ed il monte Cuppa (a ponente) sorge, pacifico e laborioso, il villaggio di Licusati. Le sue origini storiche risalgono al medioevo e propriamente all’epoca della distruzione della città di Molpa ad opera dei saraceni d’Africa nell’anno 1464. In quel tempo i saraceni in una delle loro solite scorrerie sbarcarono di notte alle foci del Mingardo ed in perfetto silenzio guadagnarono la vetta su cui sorgeva Castelluccio, assalirono il paese e lo saccheggiarono portando via, insieme al bottino, donne e uomini. I superstiti fuggirono sul monte Cuppa situato tra il Mingardo ed il Bulgheria. All’epoca, al di là del monte Cuppa, in una località pittoresca all’estremità di una bella vallata boscosa di ulivi, esisteva già l’abbazia di San Pietro. Secondo una tradizione popolare gli abitanti fuggiti da Castelluccio si stabilirono di fronte e vicino all’abbazia stessa per ottenere protezione e lavoro. Il ruscello Marabisi separò il loro villaggio dal monastero per cui ciò che era accanto all’abbazia fu chiamato “li i monaci”, mentre tutto ciò che era al di là del ruscello fu chiamato “li i casati”, cioè: gli accasati ovvero le famiglie. Questo modo di determinare la situazione topografica venutasi a creare dopo l’insediamento dei fuggiaschi nella vallata, con il passare del tempo e per alterazioni di pronuncia, subì vari passaggi fonetici fino a divenire: Licusati, dando così il nome che ancor oggi mantiene, al paese che abito. Il primo nucleo cittadino, ad opera dei monaci, che erano padroni assoluti dell’intera vallata, fu adibito all’agricoltura ed alla pastorizia per cui l’agglomerato abitato fu diviso tra le famiglie secondo la propria attività lavorativa. ... Il tempo e l’evoluzione della civiltà hanno cambiato in parte la fisionomia di questo paese, però esiste ancora la suggestività dell’ambiente e la toponomastica antica che fanno di Licusati un centro genuinamente medioevale ed altamente interessante. Le vie contorte e strette, fiancheggiate da casupole con scale esterne, scavalcate, verso l’alto, da archi ed archetti, danno ancor oggi a chi le visita l’idea di ciò che doveva essere la vita grama e stentata di questo popolo bistrattato dalla sorte e maltrattato dagli altri uomini. I ruderi di Castelluccio completano il quadro ...».
Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento
CITTÀ
PROVINCIA
REGIONE
EPOCA
X sec.
STATO DI CONSERVAZIONE
Discreto
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