Castello Monteleone (fraz. di Marano di Napoli, castello del Belvedere Monteleone)

CENNI STORICI

Alcuni studiosi vogliono che intorno all'anno 1275 Carlo d'Angiò, per proteggere la Campania Felix dalle scorrerie dei pirati saraceni, fece edificare due identici castelli distanti tra loro tre miglia e mezzo: il Belvedere, così chiamato per l'amena ubicazione, sorto sul ciglio del cratere di Quarto, ed il castello Scilla a dominio dell'antico casale di Marano. Ma in un registro di Carlo d'Angiò del 1268, dunque pochi decenni prima dell'ipotetica erezione dei castelli, l'attuale città di Marano è denominata “Turris Marane”. Questo toponimo rende forte una tesi alternativa riguardante la nascita delle fortificazioni, che vuole la loro edificazione ad opera di Federico II (tra il 1227 ed il 1229), il quale si adoperò ad affermare la presenza imperiale sul territorio. Per organizzare l'attività edilizia all'interno del regno, l'Imperatore fece redigere nel 1231 lo “Statutum de reparatione castrorum”, ovvero un elenco di castelli e domus solaciorum da ristrutturare, accanto al quale si accostò una parallela attività edilizia ex novo. Carlo d'Angiò provvide sicuramente alla riedificazione del castello Monteleone, avvalendosi dell'ingegno di Pietro de Chaule e Bausolino de Linnays, in seguito ad un incendio divampato al termine della dominazione sveva. Entrambi i castelli furono amministrati dalla famiglia della Marra, originaria di Amalfi, che riscontriamo in varie fonti. Federico II che nominò Angelo della Marra a “visitator generale sopra tutti gli officiali del regno”. Nel XVI sec. il castel Belvedere venne acquisito dalla famiglia Monteleone mentre i Della Marra tennero il castello Scilla sino al 1696, quando la fortezza divenne proprietà di Guglielmo Ruffo di Calabria I Ruffo rimasero padroni sino agli inizi del XIX secolo, periodo nel quale i due castelli furono abbandonati e lasciati all'occupazione contadina. Oggi le strutture sono abitate, frazionate e non curate. Nel corso degli ultimi decenni è andata persa la memoria storica di quei luoghi, che ancora mantengono l'imponenza del passato pur risultando mutilati irrimediabilmente. ...

Noto anche come Monteleone, il castello Belvedere sorge sulle pendici orientali del cratere di Quarto. L'ingresso è rivolto verso sud-ovest e da qui lo sguardo si affaccia sull'intera conca di Quarto, per giungere poi alla lascia litoranea, ed oltre ancora all'isola di Ischia. La struttura della fortezza si presenta meno alterata rispetto al gemello castello Scilla. L'impianto rettangolare, con i lati di 37 e 40 metri, si sviluppa intorno ad un unico cortile centrale e mostra sei torri rettangolari ai lati; la fabbrica si sviluppa su due piani ed è completamente in tufo. Notevoli sono le finestre che corrono lungo il perimetro esterno del castello: difatti, accanto ad aperture chiaramente moderne (il castello è attualmente abitato), si incontrano monofore e una bifora a sesto acuto. Particolare è il riscontro di quattro aperture circolari (oculi), murate, dal raggio piuttosto ampio che corrono lungo il fronte nord-ovest e la facciata, poco più in alto del portale in tufo modanato. L'interno del castello è profondamente modificato dalla continuità di vita ed è difficile oggi riconoscere le funzioni dei vari locali, ma può ipotizzarsi un'organizzazione simile a quella del castello Scilla. Si accede al cortile interno dove,in posizione centrale, troviamo un pozzo che raccoglie le acque piovane tramite un articolato sistema di canali. Di fronte è un doppio forno, unico nel suo genere. Sulla destra, attraverso un arco acuto, si accede alla scala in piperno che, per mezzo di un ballatoio (originariamente in legno) conduce al primo piano. Certa è la destinazione del piano superiore agli alloggi del signore, mentre il piano inferiore doveva ospitare gli ambienti di servizio ed infine i sotterranei servivano da magazzini.

Bibliografia e Sitografia

http://www.castcampania.it/marano.html

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XIII sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Discreto

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