SAVUTO (ruderi del castello)

CENNI STORICI

Il Savuto è un corso d’acqua che ha le sorgenti in Sila. Nasce da un altopiano granitico, fresco e cristallino; attraversa foreste di pino, faggio, cerro e castagno, diventa torrentizio, prosegue la sua marcia fino a valle, si tuffa nella macchia mediterranea e nelle terre dei pascoli, e dopo un percorso di 55 chilometri sparisce nel mar Tirreno. Da sempre il suo corso traccia il confine tra le terre di San Mango e del vicino centro abitato di Savuto. Ma il fiume non ha mai diviso le due comunità. Anzi, le ha unite attraverso i secoli, con gli abitanti di Savuto che vengono a popolare il Casale di San Mango edificato dai d’Aquino sul versante sinistro della valle. ... Alzando gli occhi sopra il fiume, si scorgono i resti di una costruzione medievale: è il castello di Savuto. Costruito dal re Carlo I d’Angiò dopo la separazione della Sicilia dal regno di Napoli, a seguito della guerra dei Vespri del 1282, il castello ha garantito un efficace controllo del territorio ed ha contribuito alla difesa del Regno, soggetto al pericolo di invasioni esterne. Edificato sulla sponda settentrionale del fiume, il maniero è posto a guardia delle vie di comunicazione che dal mare salgono verso l’interno, quelle stesse vie percorse sotto le bandiere verdi dell’Islam dai guerrieri che puntavano su Martirano, “tappa importantissima e ponte di passaggio delle grandi invasioni saracinesche nella Calabria interna, durante il secolo X”, come testimonia Oreste Dito. Il feudo di Savuto ha accolto genti provenienti da paesi diversi e grazie a quel flusso di popolazione, attorno al castello, si è sviluppato un abitato che nel passato è arrivato a contare circa mille abitanti. Oggi il centro storico, diventato frazione del Comune di Cleto, è popolato da poche famiglie. A testimonianza di questa predisposizione all’accoglienza, resta una lastra di marmo fatta collocare sulle mura dalla nobildonna Eliodora Sambiase, moglie di Ascanio Arnone, Regio Tesoriere di Calabria Citra dal 1555 al 1559, con un’iscrizione in latino che lo studioso Rocco Liberti ha così tradotto: “Eliodora Sambiase, già giovane sposa unita al marito Arnone, offre templi a Dio, limpide acque e orti verdeggianti alle ninfe e il castello di Savuto come albergo a chiunque ne abbia bisogno.

Bibliografia e Sitografia

Il castello di Savuto | esplorazionicosentine (wordpress.com)

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