CENNI STORICI
«Vallata è un paese dell'Irpinia (provincia di Avellino), situato sulla fascia territoriale che conduce verso la Puglia (al confine con la Daunia), in un'area storico-geografica denominata Baronia. Il paese sembra posto a guardia e difesa delle verdi vallate sottostanti dell'Ufita e del Calaggio (ormai poco più che torrenti), a m. 870 di altitudine. Sovrastata dal Massiccio della Baronia (Monte Santo Stefano, m. 1000, Monte di Trevico m. 1096), rispetto ad esso è, appunto, una "vallata". Si è pensato anche al termine latino vallata che significherebbe "fortificata". Pur essendo presenti tracce di insediamenti sannitici (irpini) e romani (nella vicina Carife sono stati portati alla luce molti ed interessanti reperti da tombe sannitiche), la struttura complessiva originaria dell'attuale "centro storico" urbano si consolidò certamente intorno all'anno Mille. Si trattò di un tipico fenomeno di "incastellamento" caratterizzato dalla concentrazione degli abitanti in un unico spazio dotato di castello e di mura (dell' uno e delle altre restano solo poche tracce, mentre gran parte del castello della contigua Trevico, benché non ristrutturato, è ancora riconoscibile). ... È probabile che Vallata facesse parte, molto più tardi, del limes bizantino, eretto dopo il 1018, a difesa del tavoliere pugliese. Di questo limes fecero parte Bovino, Ascoli Satriano, Sant'Agata di Puglia e Panni. A presidiare il limes furono destinate popolazioni nuove, alcune di origine orientale e altre locali, e truppe che, in cambio del servizio militare, ricevettero terre da coltivare, nelle quali si istallarono con le famiglie, fungendo, allo stesso tempo, da soldati e da coloni. Fino al periodo normanno non esistono documenti che citino espressamente Vallata; dal periodo Normanno-Svevo al XVI secolo la storia di Vallata è in parte ricostruibile attraverso le vicende dei suoi feudatari. Molti documenti, comunque, sono andati perduti nell'incendio dal 1° marzo 1719 (archivio della Chiesa Madre) e del 23 agosto 1855 (archivio del notaio Novia). ... Ai primi colonizzatori irpini si fanno risalire gli insediamenti in grotte in una zona collinosa, importante dal punto di vista difensivo ed anche fertile, soprattutto perché ricco di acque. Esistono ancora oggi case di piccole dimensioni che si prolungano in grotte, talvolta molto lunghe. L'oppidum con castello, evidentemente, fu costruito successivamente e, come abbiamo già rilevato, probabilmente in periodo di dominazione longobarda. Sono accertate, in Vallata, tre porte: Rivellino (rivellino=baluardo), Tiglio (per la presenza di un secolare albero di tiglio), e di Mezzo (ciò in mezzo alle altre due). Porta Rivellino era detta anche porta del Torello, perché i vallatesi vi si esercitavano a colpire, da abili arcieri quali erano, un bersaglio costituito da un piccolo toro (torello) in legno dolce. ...».
Bibliografia e Sitografia
http://www.vallata.org/notiziestoriche/festasanvito/004cennifestasanvito.php
Articoli di approfondimento
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