CENNI STORICI
Il Palazzo Santagapito fu in origine proprietà della potente famiglia dei Santagapito, antica nobiltà risalente al XII secolo proveniente dalla contea di Isernia già nel periodo longobardo. Il palazzo passò successivamente nella disponibilità dei Caracciolo del ramo Pisquizi ed è attualmente abitato dai discendenti di detta famiglia. L’imponente palazzo ha dato ospitalità nel corso dei secoli ad importanti esponenti del potere temporale e religioso. Esso sorge a ridosso della più antica cinta muraria della città romana e su un lato del palazzo stesso era appoggiata una porta della città che immetteva nella attuale piazza Duomo. La furia distruttiva della seconda guerra mondiale ha purtroppo cancellato una parte del palazzo, ivi compreso il bellissimo salone interamente affrescato nel quale si svolgevano feste e ricevimenti e sul quale si apriva l’elegante soppalco dal quale scendevano le note di una piccola orchestra da camera. Nella sera del 26 ottobre 1860 un piccolo corteo formato dal re Vittorio Emanuele II e dal suo seguito attraversò le vie del centro tra due ali di folla. Alla fine del corso il re trovò ad attenderlo sul portone del palazzo il conte Caracciolo. Il re fece ingresso nel palazzo illuminato dalle fiaccole rette dai servi e fu accompagnato dal conte fino al salone affrescato dove era stato approntato un pranzo a base di pesce preparato dal cuoco di famiglia, il cosiddetto “monsiù”. Nel Palazzo Santagapito il re si fermò per tre giorni, seguendo da questo punto di osservazione privilegiato lo sviluppo della ritirata dei Borboni verso Gaeta. La mattina del 29 ottobre, quando apparve ormai definita la situazione militare del fronte di Gaeta, il re lasciò Teano per recarsi a Napoli e continuare l’opera di costruzione dell’Italia unita. ... Sul corso Vittorio Emanuele si aprono diversi palazzi risalenti al XV secolo che presentano portoni d’ingresso incorniciati da portali di rara bellezza. Si tratta per lo più di portali intagliati in pietra grigia tenera e decorati riccamente secondo una moda ispanica. I palazzi ai quali detti portali appartengono risalgono al periodo aragonese quando architetti spagnoli venuti inizialmente a Napoli per volontà di Alfonso d’Aragona ampliarono il loro campo di azione a tutta la Campania, lasciando straordinari esempi di quella architettura cosiddetta “catalana” in molte città di Terra di Lavoro, tra cui Teano. Di particolare bellezza è il portale del palazzo quattrocentesco che secondo la tradizione era di proprietà della famiglia Abenavolo, uno dei prescelti da Ettore Fieramosca per partecipare alla disfida di Barletta.
Bibliografia e Sitografia
http://www.prolocoteanoeborghi.com/?page_id=48
Articoli di approfondimento
CITTÀ
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REGIONE
EPOCA
XVIII sec.
STATO DI CONSERVAZIONE
Buono
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