CENNI STORICI
La Cirella più antica, prima greca e poi lucana e romana, era ubicata sulla costa, intorno al porto, e cioè pressappoco nel luogo dove è ubicata l’odierna Cirella. Tale borgo costiero (che dovette alquanto prosperare nel periodo dell’Impero romano, se lo troviamo citato nell’itinerario tirrenico della Tabula Peutingeriana ) cessò di esistere nel IX secolo d.C. “La città portuale – scrive Orazio Campagna – pur avendo superato le invasioni barbariche e retto alle guerre bizantino-longobarde, cessò con le incursioni saracene dell’850-851”.
Dopo le incursioni saracene dell’850-851, i cirellesi abbandonarono la costa e cominciarono la costruzione del nuovo centro sul ripido cucuzzolo, a 172 mt sul livello del mare, e cioè sul luogo dove ancora oggi dimorano, imponen ti, i ruderi di Cirella vecchia. Nei secoli seguenti la Cirella collinare divenne ben presto un importante e ricco centro economico e culturale. Ne offrono ampia testimonianza due Apprezzi, conservati nell’archivio privato dei Catalano-Gonzaga, del 1615 e del 1617, eseguiti rispettivamente dal Tavo lario Giovan Battista Sapio, su richiesta del Sacro Regio Consiglio di Napoli, e dal Tavolario Colantonio Svigliola, apprezzo quest’ultimo diretto al Regio Consigliere Giovanni Andrea de Giorgio, che ne aveva ordinato l’esecuzione per il S.R.C. di Napoli. Tra le innumerevoli notizie che emergono dai suddetti apprezzi, ricordiamo, molto sinteticamente, le più importanti. La Cirella collinare è una città murata con castello baronale dotato di carcere; ad essa si accede per tre porte: due situate a levante ed una a ponente. Il suo territorio fuori dalle mura è circondato da torri di guar dia; oggi restano i ruderi delle torri di Vaccuta e dell’Isola (quest’ultima è citata nell’Apprezzo del Sapio del 1615). Dall’Apprezzo del 1617 apprendiamo che in Cirella vi sono uomini di prattica civile, atteso che vivono d’Industrie, et maneggi nel traffico de vini, vi è Medico Fisico, e Medico Chirurgo, Barbiero, Ferraro, Sartore, e scarparo et per lo passo vi è una bottega medicinale, e fundico di panni. Fra le mura vi sono due chiese: la Chiesa di San Nicola (che era la Chiesa Madre e nella quale celebra vano quattordici sacerdoti) e la Chiesa di Santa Maria della Neve; al di fuori delle mura, non distante dal castello, vi è la Chiesa dell’Annunziata. A qual che centinaio di metri dalle mura, ad est, è situato il Convento di San Francesco di Paola, con annessa la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, sul cui portale fino a qualche anno fa si leggeva: AD HONOREM DEI BEATAE MARIAE VIRGINIS ET BEATI FRANCISCI DE PAULA A.D. 1558. Secondo l’Apprezzo dello Svigliola, nel 1617 il monastero è abitato da monaci sacerdoti nu mero tre, Clerici cinque, e tre Abbati. Tale monastero verrà poi soppresso con decreto del governo francese del 7 agosto 1809, data in cui vi era un frate solo; la chiesa restò aperta al culto per tut to il XIX secolo. Cirella era altresì dotata di un porto, co me si può evincere dall’Apprezzo del Sapio quando descrive la torre dell’isola: Al presente in quella isola vi è fatta una torre Regia di molta fortezza con pezzi artiglieria, et homini, che giorno e notte la guardano per soccorrere il Mare, e Caricaturo e Vascelli, che ivi dimorano, e d’Estate se vi fa la guardia a piedi, ed a cavallo di notte in detto Mare se ci imbarcano li vini, che si raccolgono in detta Terra . Nell’Apprezzo del 1617 si accenna anche alla nota invasione turchesca del 1567, invasione che causò grave rovina al paese (e non dovette essere la so la).
Infine, altra notizia importante fornitaci dall’Apprezzo del Sapio è che, a partire dal 1615, era già iniziato un esodo massiccio di cirellesi verso il porto ed i paesi circostanti (Majerà, Diamante, ecc.): difatti nel 1615 la terza parte delle case era inabitata. Vari furono i motivi che determinarono la crisi della Cirella collinare: l’aridità del sito; l’esosità che i feudatari esercitavano sui terrazzani; il venir meno della minaccia turca, che favoriva così l’avvicinamento alla costa. Con i Catalano-Gonzaga, che acquisirono il pos sesso del Ducato nella seconda metà del XVIII secolo, venne incrementato lo sviluppo territoriale e commerciale della zona costiera di Cirella, dove fecero erigere lo stupendo palazzo ducale (tuttora esistente); il che sollecitò ulteriormente l’e sodo dei cirellesi dal cucuzzolo alla marina. Nell’epoca dell’Impero napoleonico (1804-1814) nel territorio del Ducato si registra la presenza di francesi ed inglesi, in lotta fra loro: i primi, da terra, approntarono il Fortino , sistema di difesa costiera eretto sulla scogliera e costruito con del materiale sottratto dalla Chiesa Madre di San Nicola; gli inglesi, dal mare, avevano infierito contro la torre dell’isola con mine e cannonate. Questo insieme di eventi determinò, nel 1808, l’abbandono definitivo della Cirella collinare da parte dei suoi abitanti, i quali trovarono accoglienza nei paesi vicini (Grisolia, Diamante, ecc.); solo alcuni – scrive Franceschino Ritondale – preferirono unirsi a quei pochi che avevano dato vita, lungo la incantevole scogliera, ed esattamente nel luogo dov’era situata l’antichissima Cerillae, all’odierno centro abitato di Cirella Nuova.
Bibliografia e Sitografia
https://fondoambiente.it/luoghi/torre-romana-isola-di-cirella-diamante?ldc
https://www.turismoincalabria.it/itinerario.asp?itinerario=isola-di-cirella-a-diamante
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