Anzano di Puglia (centro storico e cippo “aragonese”)

CENNI STORICI

«Numerosi terremoti nei tempi hanno messo a dura prova le architetture del centro storico, fra questi quello più violento del 1930 che quasi rase al suolo il paese. Per questo motivo gli interventi di ricostruzione sono stati tanti, al punto che oggi l’attuale borgo ha un aspetto moderno. Sopravvissute al passato sono alcune case risalenti all’inizio del Novecento ed alcuni "portali" di abitazioni private. Anzano entra ufficialmente nella storia nell’841 e si presenta come parte di feudo dell’immenso territorio che l’imperatore di Germania Lotario I donò al monastero di Farfa. In epoca tardomedievale il Casale di Anzano si spopolò, forse perché essendo i tempi insicuri gli abitanti si rifugiarono in paesi muniti di fortificazioni quali Trevico e Sant’Agata. Il paese si ripopolò agli inizi del 1700 e masserie e ricoveri per animali sorsero ai bordi della via che unisce Vallata al Regio Tratturo Pescasseroli-Candela, via di Transumanza dei pastori abruzzesi fino alla metà del 1900».

«Lo scavo [in località Riparulo] ha portato alla luce un lungo muro perimetrale, sicuramente appartenente ad un grosso edificio (chiesa?), che insieme ai resti ceramici, fanno pensare all’uso del sito nel periodo tardo romano o paleocristiano (I-II secolo d.C.). Tra i resti ceramici, facilmente reperibili a cielo aperto, affiorano frammenti di impasto grossolano appartenenti a recipienti di medie dimensioni e frammenti di tegole. ... La pietra (Cippo) misura cm. 45x25. Di epoca Aragonese presenta alcune scritte. Essa, secondo l'interpretazione più attendibile, fa riferimento allo ius passuum ovvero alla tassazione dei passi per ogni centinaia di animali dall'Irpinia alle Puglie».

Bibliografia e Sitografia
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PROVINCIA

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II sec.

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