CENNI STORICI
Gli scavi archeologici, condotti dal 1984 sulla punta occidentale della città abbandonata di Fiorentino, hanno messo in luce le vestigia della residenza imperiale segnalata nei documenti scritti e nella quale, secondo la cronaca sarebbe morto Federico II il 15 dicembre 1250. L'edificio sorge sull'estremità ovest della collina, poggiando probabilmente su una motta, in posizione dominante verso il paesaggio circostante e verso est si affaccia sulla città, dalla quale è separato mediante un fossato, in origine scavalcato da un ponte. Alla domus federiciana può essere fatta risalire la planimetria in due ambienti rettangolari giustapposti e comunicanti tramite un passaggio voltato e lastricato. Quattro passaggi, di cui due a chicanes fanno comunicare l’edifico con l’esterno. Il palazzo era articolato su due piani; quello inferiore era munito di arconi traversi in tufo di rinforzo per la copertura e di sostegno dello stesso piano inferiore; si tratta presumibilmente di ambienti pubblici, amministrativi; le due "navate" erano scandite da arcate trasversali a sesto acuto, mentre semipilastri erano distribuiti regolarmente lungo le pareti in origine intonacate; inoltre, due caminetti erano posti lungo la parete occidentale. I pavimenti erano in mattoni disposti a spina di pesce (opus spicatum), mentre le coperture erano a volta, a botte o a crociera, ovvero a solaio ligneo sorretto da arco diaframma. Lo spessore delle pareti (m 1,50-1,70) lascia supporre un piano superiore, o forse anche due, collegati presumibilmente da scale lignee e destinati probabilmente agli ambienti privati dell'imperatore; le murature a sacco mostrano i segni di distruzione e rifacimenti d'età angioina, mentre nella parte bassa è visibile il paramento in conci regolari d'età federiciana. La qualità dell'apparato decorativo è evocata dalla presenza nei crolli di numerosi elementi pertinenti a vetrate policrome, di frammenti di cornici e di capitelli scolpiti nel tufo. La domus fu verosimilmente utilizzata e rinforzata in epoca angioina.
"Città di Frontiera"
Fiorentino vanta un'origine in comune con altre "città di frontiera" volute dai Bizantini: infatti, agli albori dell'XI secolo gli imperatori bizantini tentarono di consolidare i loro possedimenti in Italia meridionale continuamente minacciati dai Longobardi a nord e dai saraceni a sud. Per attuare tale piano, i Catapani inviati da Bisanzio s'impegnano in un nuovo "incastellamento" della Daunia, al fine di spostare i malsicuri confini del Thema di Longobardia (suddivisione amministrativa dell'epoca), segnati dal fiume Ofanto, verso quelli meglio difendibili delimitati dal corso del Fortore. Nascono così, tra il 1018 ed il 1040, grazie alla febbrile attività edificatoria dei Catapani Basilio Bojohannes e dell’omonimo suo figlio, numerose città-piazzeforti con il compito di munire la nuova frontiera di efficaci baluardi contro incursioni e razzie, ripopolando il Tavoliere, allora semideserto.
Fiorentino fu baluardo dei Bizantini nell'XI secolo, contea normanna nell'XII, nel XIII secolo, con gli Svevi, entrò a far parte del demanio, mentre gli Angioini la diedero in feudo.
"L'abitato"
I ruderi di Fiorentino erano leggibili e misurabili ancora nel secolo scorso, quando il Fraccacreta li studiò. Le case dovevano affollarsi le une accanto alle altre, fino a schiacciarsi contro le mura di cinta, ma avevano dimensioni maggiori di quelle finora supposte, come hanno acclarato gli scavi archeologici recentemente eseguiti.
Costruzioni artisticamente di rilievo e di dimensioni imponenti erano la cattedrale ed il palazzo di Federico II.
La strada principale era detta "magna platea"; ad essa doveva corrispondere almeno un'altra strada di minore larghezza, forse parallela, come la "platea vicinalis". Le rimanenti vie erano strettissime, dovevano formare un dedalo e si riversavano nella strada principale. In epoca normanna la città conobbe un'apprezzabile espansione urbanistica con la nascita di un sobborgo, il "Carunculum", situato ad est dell'abitato, che in definitiva era l'unico versante in cui si poteva edificare. In questo periodo tutti gli spazi liberi (i "casalina") vengono invasi dalle abitazioni che non risparmiano nemmeno il vallo che circondava il castello. Solo la luce che proveniva dalle strade illuminava i vari ambienti delle case, non essendovi cortili né giardini interni. I Normanni eressero, sull’estremità più alta della collina, un piccolo castello, che successivamente Federico II fece trasformare nel suo "Palatium". Esso divenne uno dei "loca sollaciorum" (luoghi di svago), dove trascorrere il tempo dedicato alla caccia e al riposo. La domus (collocata nel lato ovest della collina) con l'ingresso principale che volge a sud, presenta una forma di rettangolo imperfetto della lunghezza di 29 metri e della larghezza di 17 metri, diviso in due grandi ambienti, con muri rivestiti da belle pietre squadrate ed un pavimento in "opus spicatum" (spina di pesce) di terracotta, con due camini. Inoltre, sono stati trovati all'interno frammenti vitrei policromi, frammenti di capitelli e colonnine forse appartenute a finestre, monete di epoca federiciana.
Probabilmente il palazzo aveva uno o due piani superiori: ciò è ipotizzabile dal grosso spessore delle pareti. Il palazzo era delimitato da un largo fossato. Nelle abitazioni di Fiorentino sono state trovate, oltre a ceramiche, vetri e colonne, molte fosse granarie o cisterne. A sud della strada principale, nella zona urbana, si trova la Cattedrale, una chiesa ad una sola navata e monoabsidale, intitolata al santo patrono del popolo longobardo, l'Arcangelo Michele; infatti, la popolazione di Fiorentino e delle altre città piazzeforti era composta prevalentemente da famiglie di origine longobarda, le uniche reclutabili in zona dai Bizantini per popolarle. In Fiorentino vi erano ben dodici chiese.
Nella parte orientale del sito, nella zona al confine tra la città ed il sobborgo "Carunculum", è collocata la Torre ancora parzialmente conservata in altezza, che poggia su uno zoccolo tronco piramidale. Le mura della torre sono ora composte da mattoncini disposti in filari regolari (in origine, il basamento murario era costituito da una cortina lapidea a conci squadrati), l'interno mostra una copertura a crociera costolonata.
Il degrado di Fiorentino iniziò già nel XIII secolo: nel 1255 le truppe del Papa Alessandro IV attaccarono Fiorentino, rimasta fedele agli Svevi, distruggendola; poi gli Angioini, dopo averla parzialmente ricostruita, la usarono solo per scopi militari. Nel 1300, iniziò la spoliazione del sito fino alla totale rovina. Tra gli elementi asportati vi è la gran lastra di marmo, usata come piano dell’altare maggiore nella Cattedrale di Lucera, che si dice fosse la mensa di Federico.
Nelle abitazioni di Fiorentino sono state trovate, oltre a ceramiche, vetri e colonne, molte fosse granarie o cisterne.
Bibliografia e Sitografia
- Fraccacreta, Teatro topografico-storico-poetico della Capitanata, Forni Editore, Napoli 1828.
- M. Martin, L'apporto della documentazione scritta medievale, in: Fiorentino, Cogendo Editore, Galatina 1984.
- M. Pasquandrea, Fiorentino: una città bizantina di frontiera (XI-XIV sec.), inProfili della Daunia antica, a cura del Centro FG/31 (CRSEC Foggia), Foggia 1986.
AA.VV., Fiorentino. Campagne di scavo 1984 - 1985, Galatina (Lecce) 1987.
- Beck- M. S. CalòMariani - C. Laganara Fabiano - J. M. Martin - F. Piponnier, Cinq ans de recherches archélogiques à Fiorentino, in Mélanges de l'Ecole Française. Moyen Age, Roma 1989.
- deTroia, Foggia e la Capitanata nel Quaternus Excadenciarium di Federico II di Svevia, Foggia 1994.
- M. Martin- E. Cuozzo, Federico II. Le tre capitali del regno Palermo-Foggia-Napoli, Napoli 1995.
AA.VV., Il recupero di una città medievale, Mario Adda editore-consorzio IDRA, Bari 1998.
https://fondoambiente.it/luoghi/castel-fiorentino?ldc
https://www.ifontanaritorremaggioresi.com/files/guida-al-sito-di-Fiorentino.pdf
Articoli di approfondimento
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