GALLIPOLI (torre Sabea)

CENNI STORICI

A circa cinque chilometri da Gallipoli, al centro della grande insenatura a settentrione, si può ammirare Torre Sabea, posta nelle immediate vicinanze del mare. Segnalata nella cartografia inizialmente come “Torre della Punta di Spea”, “Torre di Sapea” e infine Torre Sabea, dai Gallipolini è conosciuta come “La Vecchia Torre”. Comunicava visivamente a sud con le fortificazioni di Gallipoli e a nord con Torre dell’Alto Lido. L’edificazione della torre fu assegnata nel 1568 al leccese Marco Bacci. Una volta stabilito che la costruzione doveva essere realizzata secondo il progetto del Regio ingegnere Giovanni Tommaso Scala.Molto probabilmente la sua costruzione fu decisa durante la visita in Terra d’Otranto del Presidente della Regia Camera, Alfonso Salazar, accompagnato dal regio ingegnere Ettore Scala e fu terminata entro l’estate del 1569. Torre Sabea è riportata negli elenchi delle torri fatti dal Mazzella (1586 e 1601) e da Bacco Alemanno (1609); come pure è sempre presente nella cartografia del ‘600. Nei documenti di Gallipoli troviamo questa descrizione: “La città di Gallipoli per la parte della sua marina di tramontana tiene una torre chiamata la Sapea distante tre miglia dalla città”. La medesima fonte ci informa che la responsabilità della torre, come anche della vicina costa, fu sempre di competenza dell’Università di Gallipoli col contributo però dei paesi convincini. Un dispaccio, redatto a Lecce il 10 dicembre 1569, si assicura che in quella data la Torre Sabea era quasi pronta all’uso:“Magnifico Percettore della nuova città di Otranto Gian Bonori, a noi è stata presentata la sottoscritta fede che l’architetto delle torri e città di Terra d’Otranto e di Bari è Paduano Schiero, regio responsabile in questa provincia, facemmo fede per la spesa fatta per il Magnifico Silvio Zaccheo sindaco della città di Gallipoli in la Torre dei Sapea, sita nel territorio di detta città per la scala, porte, finestre e serratura, quale ispesa somma ducati 8 e grana dudici e mezzo”. Infine il Sindaco di Gallipoli, in data 3 gennaio 1570, conferma che, secondo quanto stabilito, furono effettuati i lavori per la torre Sabea la cui somma ammontava a ducati otto e grana dodici e mezzo.Torre Sabea divenne effettivamente funzionante nella primavera del 1570. Da quel momento in poi il presidio militare fu in grado di vigilare il tratto di mare antistante e di segnalare alla città di Gallipoli l’arrivo di navi battenti bandiera turca o corsara.Nel 1820 la torre era in abbandono ed in pessimo stato, anche se sul terrazzino vi era ancora un cannone di ferro con calibro 3. Agli inizi del nostro secolo la torre subì alcune modifiche nel suo interno.Nel 1974 fu definitivamente restaurata per interessamento di Angelo Mollone e su perizia di Vittorio Faglia. Attualmente Torre Sabea è in concessione alla famiglia Mollona Magno. La torre rientra nella classificazione di torre tipica del regno. A pianta quadrata, (9,40 metri per lato), corpo quadrangolare scarpato, coronamento controscarpato definito da toro continuo sulle tre piombatoie per ogni lato e parapetto ricurvo verso il terrazzo di copertura. Conserva due finestrelle originarie sui lati costa. In lato monte, in corrispondenza della originaria porta levatoia al piano agibile, nel corso di un restauro della fine del XIX secolo, venne aperto un nuovo accesso che attraversa lo spessore del basamento (tutt’ora utilizzato). Probabilmente, durante questo stesso restauro, alla garitta, a filo del parapetto in lato a monte, è stato aggiunto un piccolo vano. Nell’ultima apprezzabile restaurato del 1974 di Vittorio Faglia, invece un altro accesso è stato aperto in lato costa-nord. Prima del restauro, la parete sud dell’edificio aveva subito un crollo probabilmente dovuto ai venti di scirocco. Una triste leggenda avvolge Torre Sabea. Si racconta che nel 1500, periodo continuamente funestato da assalti di pirati, le torri costiere venissero sorvegliate da schiere di soldati opportunamente addestrati, soldati chiamati torrieri. Si narra che tra questi torrieri, il cui compito era quello di difendere l’antica torre, vi fosse un giovane di bell’aspetto, Flavio, il quale era perdutamente innamorato di Florilanda, divenuta anche sua sposa, giovane gallipolina di grande bellezza ma di povere origini. La leggenda narra che nel giorno di Pentecoste (detto anche Pasqua delle Rose) la giovane sposa, dettata dall’ardente desiderio di rivedere anche solo per pochi istanti il proprio sposo di stanza alla Vecchia Torre, insieme ad alcune compagne raggiunse la torre e si unì al suo amato in un appassionato abbraccio, lasciandosi andare alla passione. Poiché, nonostante i richiami delle amiche Florilanda non tornava, al calar del sole le compagne presero da sole la via del ritorno. Quando Florilanda si svegliò in piena notte, volle rientrare in città ma a causa del buio della notte perse la strada e decise di ritornare alla torre da Flavio. Lo sposo, di guardia alla torre, insospettito dal rumore e credendo si trattasse di un nemico, corse incontro alla figura trafiggendola con la propria alabarda. Accortosi del tragico e fatale errore, egli posò il corpo esanime della propria amata su una barca ed insieme sparirono in mare, senza fare più ritorno. Ancora oggi si dice che ogni sera due gabbiani bianchi riposino al riparo della Vecchia Torre per poi spiccare il volo verso l’infinità del mare.

Bibliografia e Sitografia

Torre Sabea - Torri Costiere del Salento storia e descrzione della torre

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XV sec.

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