CENNI STORICI
Origini bizantine :
Il nucleo più antico del Castello, corrispondente all'ala Nord, è di epoca bizantina, risalente al IX secolo. Esso consisteva di un recinto fortificato di forma rettangolare in pietra calcarea. Era presente un piccolo cortile, adiacente alla muraglia meridionale, che si apriva verso l'esterno in quella che adesso è piazza dei Martiri del 1799. Il Castello aveva la funzione principale di dare riparo alla popolazione in occasione di scorrerie di genti nemiche.
Periodo normanno :
Tra l'XI e il XII secolo il Castello venne ampliato da Riccardo Siniscalco, della dinastia normanna degli Altavilla (Siniscalco è titolo di alto funzionario reale presso i Normanni), Duca di Puglia e primo feudatario del territorio dell'odierna Gioia del Colle. Il documento più antico in cui viene fatta menzione del Castello risale al 1108: sembrerebbe quindi ancora precedente l'intervento di ampliamento normanno. Riccardo Siniscalco trasformò il fortilizio bizantino in una roccaforte feudale, allargando il cortile verso Sud e recintandolo con un solido muro, e costruendo un mastio nell'angolo Sud-Ovest, successivamente denominato "Torre De' Rossi”. Il Re di Sicilia, Ruggero II, sempre di stirpe normanna, modificò parzialmente la fortificazione, con l'aggiunta di altre due torri negli angoli Nord-Est e Nord-Ovest, non più esistenti.Il Castello e l'abitato circostante sarebbero stati, poi, distrutti da Guglielmo I il Malo, quando questi recuperò il potere sulla terra di Bari.
Periodo svevo :
La sistemazione attuale si deve a Federico II di Svevia, il quale attorno al 1230 rifondò il castrum di ritorno dalla Sesta crociata in Terrasanta, aggiungendo una torre nell'angolo Sud-Est, cosiddetta "Torre Imperatrice", innalzando cortine murarie nel cortile, per ricavarne ambienti chiusi, di servizio al piano terra (cucina, depositi, stalle, scuderie), di rappresentanza e residenziali al primo piano.
In tal modo l'edificio assunse una struttura grossomodo quadrangolare, con cortile interno e quattro torri angolari, tipica dei castelli federiciani.
Il Castello così voluto dall'Imperatore faceva parte della rete di residenze e fortificazioni disseminate nel territorio dell'Italia Meridionale, dalla Capitanata fino alla Sicilia, destinate al controllo militare delle fertili regioni del Regno. Per tutta l'età sveva, infatti, il Castello di Gioia del Colle fu sede di una guarnigione militare e solo pochi ambienti erano lasciati liberi e a disposizione del sovrano. Da alcune cronache e testimonianze, seppure posteriori, sembra, tuttavia, che il puer apuliae amasse risiedere nel Castello di Gioia per le sue battute di caccia nei boschi della Silva Regia.
Periodo angioino, aragonese ed età moderna :
Con la sconfitta di Manfredi nella battaglia di Benevento del 1266, l'egemonia sveva sull'Italia meridionale terminò. Il Castello di Gioia del Colle seguì le medesime sorti. Dopo gli Svevi, esso passò sotto il dominio degli Angioini e degli Aragonesi.
Dopo l'uccisione di Manfredi, secondo la leggenda nato a Gioia del Colle, il Castello divenne quindi proprietà dei Principi di Taranto fino al '400, dei Conti di Conversano fino al '600 e dei Principi di Acquaviva fino agli inizi del '800.
Nel corso di questi secoli il Castello fu gradualmente trasformato da costruzione militare a dimora residenziale ed adattato alle nuove esigenze abitative, avendo perso ogni importanza militare e civile, pur mantenendo il suo impianto strutturale.
Dal '600, perdendo a mano a mano importanza, il Castello cominciò una lunga fase di degrado e a subire deturpazioni, mantenendo tuttavia la struttura originaria a differenza di altri castelli di Puglia, che subirono vari adattamenti adeguandosi a nuove esigenze militari. Per questa ragione il Castello di Gioia del Colle costituisce una delle testimonianze più fedeli del periodo normanno-svevo.
Età contemporanea
Il Castello divenne di proprietà di Donna Maria Emanuela Caracciolo nel 1806 fino al 1868. Nel 1884 fu comprato dal canonico Daniele Eramo, mentre agli inizi del XX secolo passò al marchese di Noci, Orazio De Luca Resta, il quale richiamò l'attenzione sul monumento, promuovendone il restauro, ed in seguito ne propose la donazione al Comune di Gioia del Colle.
A questo periodo risalgono i primi lavori di restauro effettuati dal 1907 al 1909 da parte dell'architetto Angelo Pantaleo che miravano a recuperare l'aspetto originario, effettuando tuttavia delle ricostruzioni arbitrarie impostate su un'immagine stereotipata del Medioevo: tra queste alcune monofore, bifore e la trifora nella cortina muraria interna del lato Sud, nonché il trono e gli arredi in pietra dell'omonima sala. Nelle sue ricostruzioni, comunque, l'architetto adoperò materiale di reimpiego, anche di notevole pregio, scrupolosamente recuperato nelle demolizioni delle superfetazioni - strutture posteriori, risalenti ad epoche di degrado - presenti nel cortile.
Nel 1955 il Castello, molto malridotto, perché tenuto in uno stato di abbandono dagli eredi del Marchese De Luca Resta, venne acquistato dal Ministero della pubblica istruzione e annoverato tra i monumenti nazionali.
Tra il 1969 ed il 1974 il Castello è stato nuovamente restaurato, a seguito di alcuni crolli successivi all'intervento del 1907, questa volta ad opera dell'ingegnere Raffaele De Vita, che recuperò la funzionalità dei locali al piano terra, rendendolo infine visitabile come monumento ma anche atto ad ospitare attività culturali.
Dal 1977 il Castello è sede del Museo archeologico nazionale di Gioia del Colle. Per un breve periodo, inoltre, il Castello ha ospitato la Biblioteca comunale don Vincenzo Angelillo.
Bibliografia e Sitografia
https://cultura.gov.it/luogo/museo-archeologico-nazionale-e-castello
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