CENNI STORICI
«Senz'altro la perla del patrimonio artistico tagliacozzano, anche se decenni di incuria e di sciagurati interventi di ristrutturazione ne hanno compromesso l'integrità, ne si può dire, ancora oggi, che il calvario del monumento sia finito. La fondazione, gli ampliamenti e gli interventi decorativi del complesso spettano tutti alla famiglia Orsini. Il palazzo risulta già costruito ed agibile agli inizi del XIV secolo, come si evince da un contratto - conservato in copia presso l'Archivio di Stato di Roma - in data 20 aprile 1336, rogato appunto da Orso Orsini nel palazzo stesso. Il suo aspetto doveva tuttavia essere ben diverso dall'attuale: limitato al solo primo piano, esso doveva presentare in basso un portico aperto (lì dove ora sono gli scantinati) secondo un tipo non diffusissimo ma abbastanza ricorrente nei palazzi pubblici dell'Italia centrale. Le finestre di questo primo piano sono bifore rettangolari, ma è evidente che le due di sinistra - dalle colonnine poligonali e dai motivi decorativi nervosi, con profili angolosi e taglienti - sono senz'altro diverse come stile e come gusto e più antiche delle due bifore di destra, più semplici ed arrotondate nelle colonnine e negli spigoli. Il motivo decorativo delle seconde (una semplice dentellatura) è poi identico a quello del portale principale, per cui si possono attribuire ad uno stesso artista. E siccome un motivo analogo si riscontra nel portale di S. Cosma, non è troppo azzardato ipotizzare anche in questi elementi di Palazzo Ducale l'intervento del de Biasca. Altri elementi gotici o tardo-gotici si riscontrano sparsi all'esterno (la mensola angolare su via Romana) o all'interno (portali, capitelli, cornici, mensole).
L'ulteriore fase costruttiva si colloca nella seconda metà del '400, sotto l'illuminato e splendido conte Roberto Orsini. Fu cosi innalzato il secondo piano, che rese indispensabile la costruzione del grosso muro a scarpa per ovviare alla insufficienza delle strutture di sostegno del primo piano. Il palazzo crebbe anche in superficie, diramandosi al di fuori del blocco originario con l'ala detta Corsia (alloggio per la guarnigione) ed inglobando nuovi spazi aperti usati come cortili. Il portale d'ingresso al cortile principale (coperto da una tettoia) è stato rimaneggiato in parte quando i Colonna fecero asportare il motto e lo stemma degli Orsini, sostituendoli con i propri: una sirena bicaudata (simbolo della Fortuna) ed una colonna lievemente inclinata e l'iscrizione (con riferimento a questa colonna): RECTA EST OBLIQUAM NON TIMET INVIDIA. Le finestre del secondo piano sono tutte di gusto prettamente rinascimentale, con archi a pieno sesto e decorazioni di grande finezza e maestria: candelabre e festoni, formelle, cherubini e panoplie per le quattro che affacciano su via del Teatro. Circa la paternità dell'impresa - su cui qualche dubbio è stato pur avanzato - non vi può essere incertezza alcuna, se si osservano gli stemmi Orsini inseriti nelle formelle sugli stipiti delle due finestre sulla sinistra. Nel cortile d'onore, oltre a due finestre con analoghi motivi decorativi, da notare la Finestra dei Guerrieri, con due soldati in armatura sugli stipiti e due elmi piumati nell'arco, evidenti richiami al mestiere di condottiero di Roberto Orsini. Gli stemmi sugli scudi e quello nella chiave dell'arco (tenuto di due angeli - putti di classica ispirazione) furono scalpellati (come quasi tutti gli altri) dai Colonna. Altre splendide finestre si possono vedere nell'altro cortile e sul prospetto a valle della Corsia, dov'e anche un elegante balcone dal parapetto a cerchi intrecciati. Il portale d'ingresso e la rampa di scale che porta al secondo piano sono del XVIII secolo. Al primo piano, la prima stanza era decorata con grandi monumenti equestri ad affresco, oggi purtroppo scomparsi. ...».
Bibliografia e Sitografia
http://www.tagliacozzo.terremarsicane.it/index.php?module=CMpro&func=viewpage&pageid=33
Articoli di approfondimento
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XIV sec.
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