CENNI STORICI
«Partendo da Porta Napoli, che segna l'estrema propaggine meridionale della cinta urbana, è possibile compiere un itinerario lungo le mura percorrendo le due vie di circonvallazione: l'orientale e poi l'occidentale. Incontriamo per prima Porta Saccoccia di epoca incerta, oggi costituita da elementi molto semplici riferibili al XVIII secolo. Seguendo il tracciato delle mura, abbastanza ben conservato, arriviamo a Porta Pacentrana, accesso principale al borgo omonimo. L'arco ogivale in pietra ha in chiave uno stemma scalpellato e la facciata esterna, intonacata, è dipinta con un motivo geometrico ad effetto tridimensionale dai toni rossastri. Il piano superiore, poggiante su una volta a botte e destinato in origine a Sala d'Armi, è oggi incorporato in fabbricati privati. Varcando questo ingresso percorriamo via Dorrucci, al termine della quale si innesta sulla destra, in forte pendenza, via Marselli, un tempo rampa di accesso alla più ristretta città altomedievale attraverso Porta Manaresca, di cui un residuale accenno di arcata è visibile sul cantonale del cinquecentesco Palazzo Sardi, alla sommità del pendio. Imbocchiamo ai piedi della salita, sulla destra, via Federico II per ritornare sulla circonvallazione orientale dove, dopo un tratto abbastanza rettilineo, si giunge in prossimità della rampa di accesso a Porta Japasseri Già inserita nella primitiva cinta, mantenne la propria funzione anche dopo la costruzione delle mura tardo-duecentesche; ne restano oggi solo i piedritti, mentre è ben conservata la cortina muraria, che disegna un'ampia curva in cui si inserisce una torre cilindrica. Al termine della circonvallazione si giunge in piazzale Carlo Tresca, dove sorge il monumento ai Caduti; da qui sul lato opposto ha inizio la discesa di via Porta Romana, che conduce all'omonima porta. Posta lungo il lato occidentale delle mura, con arco a tutto sesto, si ricollega alla tipologia dell'arco trionfale romano nelle proporzioni e nell'ampiezza dei pilastri laterali. Le sue forme attuali sono datate al 1429, come si legge sullo stemma a sinistra dell'arco romanico, cui corrisponde sull'altro lato quello cittadino contraddistinto dalle lettere SMPE, iniziali del verso ovidiano Sulmo mihi patria est. A destra la porta si raccorda per mezzo di una rampa a Porta Bonomini, l'apertura nord occidentale dell'antica cinta, di cui si conservano i piedritti, ricostruita dopo il sisma del 1706».
Bibliografia e Sitografia
http://www.comunitamontanapeligna.it/area_informativa/da_vedere/centri_medioevali/sulmona/page_2.htm
Articoli di approfondimento
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