CENNI STORICI
L'edificio ha una pianta a corte con aggiunto una corpo di fabbrica prospiciente a via Ferrario. Il corpo principale dell'edificio è articolato da volumi di diversa altezza, tutti comunque costituiti da un pianto terra e un primo piano. Le coperture sono a falde ed evidenziano le diversità di altezza dei corpi di fabbrica. Epoca di costruzione: sec. XVI-sec. XVII. Villa Schira Corneliani sorge nella parte orientale del comune di Agrate Brianza, e conserva ancora l'originaria destinazione residenziale, limitatamente alla parte settentrionale dell'edificio, intorno alla corte principale. La corte meridionale e gli edifici circostanti sono stati acquistati dal Comune di Agrate, che li ha destinati a biblioteca civica. La villa, di età tardo barocca, si affaccia su strada con un portone privo di particolari decorazioni e con un prospetto lineare che segue pedissequamente il profilo stradale; unica eccezione il lieve aggetto della fascia marcapiano, che crea un leggero dinamismo. La cornice alla sommità della facciata, con una sporgenza discontinua, riequilibria l'andamento della facciata. Tutto l'edificio è improntato alla più omogenea sobrietà decorativa, animata soltanto da un balconcino barocchetto in ferro battuto, all'estremità nord della facciata, caratterizzato da balaustrini curvi molto fitti e un rigonfiamento molto pronunciato nella parte inferiore. Il difficile accesso al cortile residenziale non consente di rilevare eventuali varianti rispetto alla documentazione fotografica raccolta negli anni Novanta, dalla quale si rilevava la presenza di una decorazione geometrica a rosoncini sull'intonaco esterno di uno dei bracci di residenza e una struttura porticata perpendicolare, caratterizzata da colonne a fusto liscio e capitello dorico cui si sovrappone un'architravatura. Dalla bibliografia esistente, si rileva la presenza di un giardino privato rettangolare recintato, che si sviluppa in modo regolare in asse con il lato porticato dell'edificio residenziale. Al centro di questo si trova un pozzo. Nella corte rustica svetta per imponenza un antico gelso, che testimonia la tradizionale attività di allevamento di bachi da seta, cui la villa era dedicata. Si possono anche individuare i resti di una antica fontana, forse risalente alla fine del Seicento, destinata allo spurgo dei bozzoli. Sotto l'ala di fabbricato che divide la corte rustica dal giardino, si estende un'ampia cantina. L'edificio, data la sua destinazione abitativa pressoché continuata e l'appartenenza sempre alla stessa famiglia, non ha subito particolari interventi di modifica. Probabilmente sorge su una preesistente villa cinquecentesca. Gli antichi proprietari, presumibilmente per questioni politiche ed economiche, vollero realizzare un edificio poco appariscente, differenziando il complesso dalle altre ville di delizia presenti sul territorio comunale (Villa Tivulzio e Villa De Capitani). Come ha giustamente osservato Francesco Süss, l'edificio non determinò mai modificazioni della struttura urbana, testimoniando la "modesta rilevanza storica della villa". Il progettista, dunque, decise di attestare pedissequamente la struttura dei volumi architettonici della villa alla maglia urbana esistente, che ha imposto una facciata non perfettamente rettilinea. Elemento otticamente mitigato dalla presenza del cornicione sommitale ad aggetto discontinuo, segno di una certa finezza progettuale e costruttiva delle maestranze che lavorarono in cantiere. Alla fine degli anni Novanta, la parte meridionale della villa, corrispondente alla corte delle scuderie, è stata acquisita dal Comune di Agrate Brianza per essere destinata a biblioteca civica, adattandone i volumi alla nuova destinazione d'uso. La ristrutturazione ha mantenuto pressoché inalterato l'aspetto generale della corte. Sono stati tamponati alcuni archi per chiudere un corridoio a portico, creando così ulteriori spazi coperti utili alle nuove finalità. L'edificio, di proprietà Arbona fino al Settecento e passato successivamente alla famiglia Schira, viene indicato nelle cronache di Pietro Verri come fabbricato collocato su antiche fondazioni romane, evidenziate dal ritrovamento di un'iscrizione dedicata a Giove. La notizia, riportata per tradizione orale, è di difficile verifica, poiché gli Arbona possedevano molte dimore in Agrate e non vi sono indicazioni specifiche che il ritrovamento dell'iscrizione citata dal Verri sia avvenuto proprio negli scavi di Villa Schira Corneliani
Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento
CITTÀ
PROVINCIA
REGIONE
EPOCA
XVI sec.
STATO DI CONSERVAZIONE
Restaurato
AUTORE DELLE AGGIUNTE / CORREZIONI
SITO UFFICIALE
IMMAGINI