Tavoleto (castello)

CENNI STORICI

«Le prime notizie sul castello di Tavoleto risalgono al 1361, quando viene citato tra i 42 castelli riminesi, la cui costruzione venne realizzata probabilmente nei primi anni del 1300 ad opera della famiglia Malatesta. Nel XV sec. il castello di Tavoleto venne coinvolto nella guerra tra Federico da Montefeltro e Sigismondo Malatesta, infatti tra il 1439 e il 1458 fu perso e ripreso per ben cinque volte, infine nel 1458 Federico da Montefeltro conquistò definitivamente Tavoleto. Federico fece distruggere il castello costruito dai Malatesta e diede incarico a Francesco di Giorgio Martini di costruire una potente rocca terminata sicuramente prima del 1474. Nel nuovo castello fu organizzato un presidio di 80 uomini agli ordini di un Capitano avente giurisdizione podestarile sui castelli circostanti. Nel 1631 il castello di Tavoleto, unitamente a tutto il Ducato di Urbino ritorna sotto il controllo diretto del Papato, mantenendo la preminenza sui castelli vicini essendo diventato sede di vicariato. Dal 1631 fino al 31 marzo del 1797 la vita del castello di Tavoleto trascorse senza tanti scossoni all’interno delle vicende dello Stato Pontificio. Il 31 marzo 1797 il generale Sahuguet, comandante delle truppe franco-cisalpine, con circa un migliaio tra fanti e cavallieri marciò sul Castello. L’attacco al castello fu descritto da don Pietro Galuzzi, arciprete di Tavoleto, che venne scelto dagli insorgenti come loro capo. Il 31 marzo 1797 i francesi, entrati a Tavoleto, lo saccheggiarono e quindi lo incendiarono; al momento dell’attacco, la quasi totalità della popolazione era fuggita e si era rifugiata nelle campagne, nelle cantine e nelle grotte, nonostante ciò lo scontro fece 22 morti, tutti uomini anziani e alcuni giovani. Tra queste vittime ci fu anche l’anziano parroco, don Gregorio Giannini, che infermo a letto fu freddato insieme al chierico Bernardino Santi di 18 anni e la sua casa data alle fiamme. Anche la rocca martiniana venne data alle fiamme, il vicario trovò rifugio con la sua famiglia ad Auditore, la rocca rimase pericolante fino al 1865, quando si decise di abbatterla ed utilizzare il materiale di risulta per la costruzione di strade comunali e per riparare le mura castellane. Nel 1885 l’avv. Ferdinando Petrangolini ricevette da papa Leone XIII il titolo di Conte a cui vennero assoggettati i territori facenti capo al vicariato di Tavoleto. In un primo tempo il conte Ferdinando si stabilì in un edificio che era stato ereditato dalla moglie, Rosa Michelini, alla morte del suo primo marito Francesco Falaschi. Successivamente nel 1924 il figlio Vincenzo Maria diede inizio ai lavori che diresse personalmente per la costruzione degli ultimi due piani dell’edificio principale e della torre che vennero realizzati sulla base di un edificio preesistente» - «L'imponente castello merlato che domina con la sua alta torre sull'abitato è il frutto di una ricostruzione pressoché totale realizzata nel 1865 dalla famiglia Petrangolini. All'interno mobili antichi e armi varie dei secoli passati. Solo le fondamenta e parte delle mura appartennero ad una rocca realizzata nel 1465 da Francesco di Giorgio Martini su commissione di Federico da Montefeltro, costituendo la stessa un baluardo avanzato del Montefeltro al confine con il territorio pesarese degli Sforza, già dei Malatesta. In località Monte S. Giovanni (m.620) esistono ancora i ruderi del castello detto 'La Trappola', una pineta e alcune grotte ancora inesplorate».

Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento

CITTÀ

REGIONE

EPOCA

XV sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Buono

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