CENNI STORICI
Poco lontano dalle rive del Serio si trova il castello di Malpaga, nel territorio di Cavernago, piccolo comune alle porte di Bergamo. Non si trova su un'altura o su una collina, per questo con l'introduzione della polvere da sparo si vennero a creare non pochi problemi difensivi che determinarono la necessità di rinforzarne il sistema di protezione. Il castello, la cui fama è legata alla gloriosa storia del condottiero Bartolomeo Colleoni, nella sua struttura complessiva è di forma quadrata, circondato da due cinte murarie e da due fossati. Entro il primo che non esiste più, c'erano le scuderie e gli alloggiamenti dei soldati mentre il secondo è ancora visibile dall'esterno del castello. I materiali da costruzione sono rappresentati da ciottoli alternati con masselli in cotto. Rimangono esternamente le tracce della merlatura di origine rinascimentale. Esso esibisce sulle mura esterne, oltre la soglia d'ingresso grandi dipinti realizzati dal Romanino risalenti al periodo tra il 1520 e il 1530 in cui il castello si trovava nelle mani dei nipoti del Colleoni, fin dall'entrata si può percepire ancora tutta l’atmosfera eroica e il prestigio del periodo rinascimentale. Internamente al primo piano, accediamo al Salone D’Onore, che celebra la visita di Re Cristiano I di Danimarca risalente al 1474. Al piano superiore, si trova la sala ricca di affreschi settecenteschi: Grazie ai dipinti di cui è ricchissimo il castello, è stata celebrata la grandezza del casato e le glorie militari del Colleoni: sono abbondantemente rappresentate scene della vita del castello con il corteo regale, i banchetti, i tornei, le scene di caccia e il mecenatismo della famiglia Colleoni. In fondo al Salone degli Affreschi attraversando una porticina, si entra nella Stanza del Capitano Colleoni, dove egli morì e dove si conserva un prezioso quadro della Madonna con il Bambino. Lo stile architettonico e decorativo del castello vede affiancarsi stili appartenenti ad epoche diverse soprattutto riguardanti il '300, il '400, il '500, prevalgono però gli affreschi in stile francese, proprio perché il Colleoni amava attorniarsi di pittori provenienti dalla Borgogna ed ha una vasta influenza il gotico internazionale.
Il castello di Malpaga risale la metà del '300, quando fu costruito per iniziativa ghibellina. Il fossato che lo proteggeva, lo rendeva una fortezza inespugnabile fino a quando con l'introduzione della polvere da sparo si scoprì la sua vulnerabilità. Subì un periodo di decadenza e di abbandono dopo la scorribanda fatta da Tognotto da Rota che rubò il denaro custodito nell'edificio,cui seguì la cessione al Comune di Bergamo, per poi essere protagonista di una grande rinascita durante il Rinascimento. Bartolomeo Colleoni (1395-1475) nominato Capitano Generale di tutte le milizie della Repubblica di Venezia, ebbe la concessione dal Senato della Serenissima, il 24 giugno 1455, di scegliere come dimora un castello situato sul confine a difesa della Repubblica dalle invasioni provenienti dal Ducato di Milano. Il 29 aprile 1456 egli decide invece di comperare il Castello di Malpaga dal Comune di Bergamo per 100 ducati d'oro. Successivamente ai cambiamenti apportati dall'invenzione della polvere da sparo alle modalità belliche, il castello non è più una sicura fortezza e il Colleoni si adopera per rinforzarlo attraverso grandi lavori di ristrutturazione come l'innalzamento delle mura, la costruzione di alloggi per le truppe e di un secondo fossato. Nel 1458 il Colleoni ne fa la sua dimora stabile insieme con la moglie Tisbe Martinengo. Qui intrattiene una brillante vita di corte ospitando artisti e ricevendo i Grandi del tempo. Celebrata anche da numerosi dipinti, la memorabile visita di Cristiano I, re di Danimarca in pellegrinaggio a Roma, accompagnato dal Duca di Sassonia e da 200 cavalieri. Il Colleoni per invitarlo al castello gli va incontro con un seguito di 500 cavalieri. Tra i grandi del tempo ospitati nel castello ricordiamo Borso d'Este, i figli di Francesco Sforza, Carlo il Temerario duca di Borgogna, imitato da tutta l'Europa per la magnificenza della sua corte.
Nel castello venivano organizzate cacce, tornei, giochi e pantagruelici banchetti. Bartolomeo Colleoni si dedica al mecenatismo secondo la consuetudine del tempo, circondandosi di valenti artisti del tempo, provenienti la maggior parte dalla Borgogna, altri da territori vicini. Da menzionare il grande Gerolamo Romanino da Brescia cui è attribuito l'affresco della parete del cortile, di fronte all'ingresso, che rappresenta la Battaglia della Riccardina o della Molinella, una delle più valorose imprese del Colleoni. Trovandosi all'aperto ha subito dei deterioramenti ma è ancora ammirabile, per il realismo della scena bellica, e la composizione di figure di combattenti, armature, cavalli che rendono un senso di movimento e dinamicità. Ci sono anche degli episodi scabrosi che si sono verificati nel Castello: nell'estate del 1469 tre sicari inviati di Galeazzo Sforza riuscirono ad entrare nel castello, incendiando le stalle e tentando di rapire il capitano, ma furono catturati. Nel 1472 furono scoperti altri due mercenari dello Sforza, Ambrogio Vismara ed il figlio Francesco che avevano avuto accesso al castello con l'inganno essi furono processati e condannati a morte ad una fine terribile e raccapricciante. Il castello di Malpaga fu frequentato anche da umanisti, bergamaschi come Jacopo Tiraboschi e Giovanni Michele Carrara, ma anche forestieri come il Pagello ed Antonio Cornazzano che scrisse la biografia di Bartolomeo Colleoni, sicuramente su sua stessa commissione. Nonostante il mecenatismo e la mondanità rimane il ricordo di Bartolomeo Colleoni, soprattutto come di un rude guerriero amante principalmente delle imprese eroiche e militari. Il condottiero ebbe solo discendenze femminili: Ursina, Isotta, Caterina, Medea, Dorotina, Riccadonna, Cassandra, Polissena. Dopo la sua morte (2 novembre 1475), il castello di Malpaga fu ereditato dai suoi nipoti.
Bibliografia e Sitografia
https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Malpaga
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