Somma Lombardo (castello Visconti di San Vito)

CENNI STORICI

«Il castello di Somma Lombardo risale al nono secolo. Proprietà della famiglia Visconti, era sorto a difesa dei confini del Ducato di Milano. La nobile famiglia lo elesse a stabile dimora solo a partire dal 1448, quando i fratelli Francesco e Guido avviarono lavori di ricostruzione, ampliamento e scavo di fossati. Nel 1473, a causa di dissapori familiari, i due fratelli divisero il castello e il paese di Somma (dando origine Francesco al ramo dei Visconti di San Vito e Guido ai Visconti di Modrone), mentre una terza ala venne aggiunta in epoca successiva, tanto che oggi il castello si presenta come un agglomerato di tre strutture diverse, ciascuna dotata di un proprio ingresso indipendente. All’interno, le stanze conservano l’aspetto originario. Al piano terra si può ammirare l'ingresso detto sala del rame, la sala da pranzo e il sontuoso salotto, con il camino affrescato dalla leggenda di Prometeo e, alle pareti, i ritratti dei Visconti che governarono Milano. Un imponente scalone conduce alle sale del piano nobile, dove si può ammirare un prezioso ciclo di affreschi cinquecenteschi attribuito ai Procaccini, forse dono di nozze del cardinale Taverna alla nipote Margherita e al suo sposo Ermes Visconti. Il salone centrale introduce alla “sala delle stagioni” riservata alla collezione di piatti da barba, una raccolta unica, originale e, molto probabilmente, la più fornita al mondo, composta com'è da quasi 500 pezzi di ogni materiale, foggia, provenienza e colore. Il piatto da barba, che un servitore sosteneva sotto il mento del signore mentre il barbiere lo rasava, serviva per recuperare gli inevitabili residui del rito mattutino. Autore della bizzarra collezione fu Carlo Ermes Visconti, uomo colto e illuminato vissuto nell'Ottocento che fu l’artefice di un’altra raccolta esposta nel castello: quella di 155 pezzi fittili e 200 monili appartenuti alla civiltà di Golasecca, importante insediamento archeologico fiorito a pochi chilometri di distanza da Somma Lombardo tra il nono e il quinto secolo avanti Cristo. Interessanti anche la collezione ornitologica con 360 uccelli imbalsamati e quella di armi e armature spagnole cinquecentesche. Dal salone centrale si accede alla piccola e graziosissima cappella, impreziosita da una bellissima pala centrale, da una Madonna su tavola di legno di scuola ferrarese e da un prezioso reliquario ligneo del 1574.

Nell'ala opposta del castello il ciclo degli affreschi prosegue con le rappresentazioni delle attività o delle età dell'uomo. Accanto alla stanza delle vanità, così chiamata per la nudità femminile velata da un rimaneggiamento successivo che troneggia sul camino, troviamo la camera del papa, ovvero di Gregorio XIV, nato proprio in questo castello da Francesco e Anna Visconti l'11 febbraio 1535. Notevole anche la torre, dove si trova una delle sale più sontuose di tutto il maniero. Si tratta della camera reale, dove troneggia un imponente letto ligneo del Seicento corredato da colonne tortili di gusto manierista. Tutto intorno è un trionfo di ricchi arredi e di dipinti che ritraggono i componenti della famiglia Visconti di San Vito. La camera era destinata ai reali d'Italia, che talora soggiornavano nel castello sommese per guidare manovre militari o dedicarsi alle battute di caccia. Interessante anche la camera da letto in cui i Visconti di San Vito dormirono fino alla fine del secolo scorso. Un'ultima sala è dedicata alla figura del conte Gabrio Casati, legato per parentela ai nobili di Somma. Stampe, quadri, fotografie ricordano la sua figura di stimato uomo politico, che partecipò ai moti risorgimentali e fu a capo del governo provvisorio della Lombardia, istituito nel 1848 in seguito alle Cinque giornate. Qui è conservata la raccolta originale delle firme dei milanesi che ne riconobbero l’autorità. Dal 1853 al 1860 Casati ricoprì la carica di ministro della pubblica istruzione, facendosi ricordare per il famoso decreto (la legge Casati, appunto) che stabiliva l'obbligo di istruzione elementare per tutti i bambini. Oggi il castello, retto da una fondazione, è aperto alle visite e agli eventi privati e pubblici».

 

 

Bibliografia e Sitografia

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