Stradella (torre Civica)

CENNI STORICI

«Stradella, dall'antico stricta via, di antico non ha certo solo il nome. Il suo centro, di probabili origini romane, si trova sul tracciato della via Postumia. Pare inoltre che la zona, forse per posizione strategica e fertilità dei terreni, fu abitata in precedenza anche da tribù di Liguri e dai Celti. Prima del 1000 compare il nome della Rocca di Montalino che, ancora oggi, sovrasta l'abitato. ... Teatro di scontri tra i Piancentini e Pavesi, verso la fine del 1200 il borgo venne saccheggiato ed incendiato, cosicché, nel 1300, il vescovo Guido di Langosco fece costruire a sua difesa le grandi mura di mattoni lunghe un miglio, entro le quali, successivamente, i Visconti fecero erigere la Rocca inferiore. Dopo i Visconti e gli Sforza, gli stradellini seguirono le sorti della Lombardia subendo la dominazione francese, spagnola ed austriaca. Attorno all'800 fu possedimento della casa di Savoia che, dopo la definitiva sconfitta di Napoleone, riprese ad amministrare il borgo. La Rocca inferiore, acquistata dal Comune, venne abbattuta per aprire la piazza del mercato (l'attuale piazza Vittorio Veneto), e con essa il commercio di prodotti agricoli - tra cui l'ottimo vino - e i tessuti filati e tinti in paese. Sulla piazza, risparmiata dalle rivoluzioni armate, svetta ancora l'imponente simbolo di Stradella, la Torre civica, unica testimonianza diretta dell'antica città forte. Poco distante dalla Torre merlata, si possono inoltre ammirare la bella sede del municipio, il seicentesco Palazzo Isimbardi, e la Parrocchiale, della stessa epoca, dedicata ai Santi Nabore e Felice» - «Opera di Domenico da Rienze, la torre medioevale faceva parte della Rocca Inferiore, voluta dai Visconti e dal vescovo di Langosco (feudatario del borgo), che occupava il centro della piazza a difesa dell’abitato. La rocca venne abbattuta nel 1845, per far spazio al mercato, mentre alla torre risparmiata la stessa sorte. Aspetti artistici: la massiccia costruzione, monumento simbolo di Stradella, nonché unica testimonianza superstite di quella che era l’antica città forte, è realizzata in parte in mattoni a vista, costituita dalla porzione più antica e terminante con un apparato sporgente caratterizzato da merli ghibellini, e da una parte in muratura, che sovrasta la precedente, rappresentata da un’insolita cella campanaria dotata di orologi. Curiosità: la cella campanaria venne innalzata, sulla sommità della torre preesistente, dopo il novembre del 1834, quando, in seguito al crollo del campanile della vicina chiesa, si rese necessario trovare una nuova sede che potesse ospitare le campane del paese».

Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento

CITTÀ

PROVINCIA

REGIONE

EPOCA

XII sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Restaurato

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