CENNI STORICI
Comune in provincia dell’Aquila, da cui dista 60 chilometri (A 24). Altezza sul mare 750 metri. ... All’estremità sud-est della piana del Cavaliere, dove questa s’insinua nell’ampia ansa creata dai monti Simbruini, disegnandovi una valle, il paese di Rocca di Botte s’appoggia al basso versante del monte Corte in posizione riparata. Lo scopri arrivandoci, alla fine della strada è circondato da folta vegetazione. Nella parte pianeggiante del suo territorio vi è la nuova zona residenziale del Casaletto. II paese è molto antico: rimase legato per secoli all’Abbazia di Subiaco per la presenza in questa area di uno dei dodici monasteri fondati da S. Benedetto (in un documento del 1060, dal Regesto Sublacense, il più antico riferimento a Rocca di Botte). Nell'XI secolo nasceva qui S. Pietro Eremita, il corpo del quale si trova tuttora a Trevi nel Lazio, dove morì (nel 1052?). Dal 1173 esercitò il potere a Rocca di Botte la famiglia Montanea, nel Quattrocento fu la volta degli Orsini e nel Cinquecento dei Colonna, sotto i quali raggiunse il massimo splendore edilizio. Ma ci fu un momento in cui la popolazione si ribellò ai militi del cardinale Scipione Colonna, abate sublacense, per una grave offesa ricevuta da costoro: seguì la vendetta dei colonnesi, con distruzioni e saccheggi, poi un’altra distruzione ad opera del duca d’Alba nel 1557. Non si verificò qui quel processo di incastellamento che nell’XI secolo riguardò invece i vicini paesi di Oricola, Pereto, Camerata, dove gli aggregati umani si riunirono progressivamente in posizione elevata, nelle vicinanze di una rocca o struttura fortificata, costituendo gli insediamenti ancora esistenti (questa la tesi sostenuta da Michele Sciò nel suo articolo l’incastellamento del Carseolano nei secoli X e XI, in "Terra Nostra", 12 1986). A Rocca di Botte l’aggregato umano, e la rocca, oltre la parte alta del paese, restarono distinti fino a quando nel XVI secolo questa cadde in abbandono. Di essa rimangono solo i ruderi
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