CENNI STORICI
«Sorge all’estremità nord-orientale dell’antica cinta murata ed aveva al suo vertice angolare una severa imponente torre di vedetta, il Mastio, vittima della barbarie degli uomini in guerra (1944). Alle massicce fondamenta della superstite base scarpata si riallaccia oggi quanto resta dell’antico camminamento merlato che corrisponde verso l’interno all’area occupata dalla cosiddetta Rocchetta; certamente la parte più antica del fortilizio, sorta sui resti di opere di difesa romane e medioevali e forse precedente all’intervento edificatorio iniziato nel 1438 d’ordine di Sigismondo Malatesti che ne curò molto probabilmente anche la progettazione con la collaborazione dell’architetto Matteo Nuti. Intervento che si concluse nel 1452 con l’erezione del ricordato mastio: ideale avamposto per la sorveglianza costiera e, all’occorrenza, anche faro per guidare la rotta del naviglio fanese e malatestiano che aveva i suoi approdi muniti di ‘palate’ proprio sotto il fortilizio. La costruzione subì poi, in relazione al mutare delle esigenze difensive e degli eventi storici, adattamenti e modificazioni, mantenendo peraltro nel suo complesso la fisionomia originaria di ampio rettangolo fortificato, delimitato da cortine scarpate con robusti torrioni angolari. Un doppio ponte levatoio munito di rivellino permetteva di superare il fossato e di accedere all’interno, là dove è oggi il doppio ponte in muratura che dall’alberato piazzale Malatesti raggiunge l’atrio, sfociante a sua volta nel vasto cortile a prato, delimitato dal muro di sostegno dei camminamenti e dal basso fabbricato che sul lato orientale ospita le vecchie celle e la piccola cappella. In origine terrazzato, quest’ultimo fu più tardi sopraelevato e coperto a tetto per ospitare una capiente stalla a cui si accedeva tramite la caratteristica rampa a mattoni posta sulla destra dell’ingresso: un ambiente oggi utilizzato per esposizioni e mostre d’arte.
Nel sottosuolo gallerie e passaggi segreti mettevano in comunicazione la rocca con la città e l’esterno, ma oggi tale rete di comunicazioni è del tutto impraticabile, né esistono rilievi che ne permettano l’esplorazione. Certo è che le condizioni di degrado dell’intero monumento ne reclamano un accurato restauro scientifico che si spera possa essere realizzato quanto prima. Alla storia della rocca resta particolarmente legato il nome di Roberto Malatesti detto il Magnifico (figlio naturale di Sigismondo e della fanese Vannetta Toschi) che vi sostenne l’assedio del 1463 e vi firmò quei trattati e quegli articoli di pace che segnarono la fine della dominazione malatestiana su Fano. Ultimo avvenimento di rilievo la sosta di Giuseppe Garibaldi con la sua legione che nel 1848 vi trovò riposo e ristoro durante la marcia dalla Romagna verso Roma. All’estremità orientale di piazzale Malatesti ha inizio il percorso dell’antico camminamento delle mura malatestiane: mura che corrono parallele alla costa adriatica fino al largo della scomparsa Porta Marina (oggi piazzale Rosselli) e dai cui spalti era un tempo possibile far spaziare l’occhio sugli orti costieri e sul mare. Sotto la cortina, più volte risarcita in epoca pontificia e anche ai tempi nostri, è stato rimesso in luce un breve tratto di muro romano in opus reticulatum che gli esperti sono propensi a datare al periodo repubblicano. Sempre dal piazzale Malatesti, prendendo in direzione sud la via Nolfi e deviando a destra in via Vitruvio, si raggiunge l’alta molte della sconsacrata chiesa di S. Agostino».
Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento
CITTÀ
PROVINCIA
REGIONE
EPOCA
XV sec.
STATO DI CONSERVAZIONE
Buono
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